«L’intelligenza e i processi mentali dell’uomo sono profondamente connessi alla struttura fisica del corpo e alla sua interazione con l’ambiente», spiega Giulio Sandini. «Le nostre capacità cognitive si sviluppano attraverso l’interazione con gli oggetti del mondo circostante e con gli altri uomini. Da ciò deriva che i robot umanoidi, oltre a rappresentare un formidabile obiettivo tecnologico, possono essere utilizzati come modelli sperimentali per lo studio delle funzioni cognitive superiori». La realizzazione di un robot bambino, in particolare, consente di concentrare gli studi sui primi anni di vita dell’uomo, periodo durante il quale le capacità di apprendimento (attraverso la manipolazione, l’imitazione e la comunicazione gestuale) svolgono una funzione critica per lo sviluppo delle abilità mentali.
In pratica il piccolo androide iCub avrà le sembianze di un bimbo di due anni e mezzo, sarà alto circa 94 cm e peserà più o meno 23 kg. Avrà 53 gradi di libertà, incluse mani articolate, che potrà usare per manipolare gli oggetti e gesticolare. Il “cuccioletto” sarà in grado di gattonare su tutti e quattro gli arti e sedersi, passando in modo autonomo da una fase all’altra. Sarà equipaggiato con telecamere per la visione, dita delle mani con falangi articolate, polpastrelli con sensori tattili e di tensione, microfoni. Anche testa e occhi saranno completamente articolati. ICub non sarà un robot programmato, ma saprà acquisire conoscenza attraverso l’esperienza.