I veri amici su Facebook? Al massimo 150
Lo dice il nostro cervello. E anche l’antropologo Robin Dunbar, ospite al Festival della Scienza di Genova. Ecco perché
28 ottobre 2011 di Carola Frediani
E poi dicono che gli studi sul comportamento animale non hanno ricadute pratiche. Chiedetelo all’Agenzia delle Entrate svedese, che qualche anno fa si è riorganizzata internamente sulla base delle analisi di Robin Dunbar, docente di antropologia evoluzionistica all’università di Oxford e ospite in questi giorni del Festival della Scienza di Genova con la lectio magistralis - il 29 ottobre - intitolata Di quanti amici abbiamo bisogno?: proprio come il suo libro edito da Raffaello Cortina.
L’autorità scandinava ha infatti fissato un limite massimo di 150 impiegati per ufficio, motivandolo proprio con gli studi del professore britannico. I dipendenti non l’hanno presa molto bene, specie quando hanno capito che all’origine di queste teorie ci sono ricerche effettuate su scimmie e altri primati. Eppure il numero di Dunbar, che indica in circa 150 la quantità di persone con cui un essere umano riesce a mantenere relazioni significative, sembra applicarsi a qualsiasi contesto e gruppo sociale, e non solo a nordici ispettori del fisco.
Il fatto è che, secondo Dunbar, si tratterebbe di un limite invalicabile e universale, poiché inscritto nella nostra biologia, e più precisamente nel nostro cervello. Un tetto valido sia per le società fondate su caccia e raccolta, sia per i villaggi inglesi del ‘700, sia per i social network online. Insomma, possiamo anche accumulare migliaia di amici su Facebook, ma riusciremo realmente a relazionarci solo con 150 di questi contatti. E non c’è Zuckerberg o altra innovazione tecnologica che possa cambiare le cose.
Prof. Dunbar, la sua teoria ha fatto molto discutere in Rete. Ma come è arrivato a fissare il numero di 150?
"Nelle scimmie esiste una relazione tra la dimensione dei gruppi sociali e quella del cervello: questa relazione applicata agli esseri umani, e alla dimensione del loro cervello, predice che l’estensione dei gruppi arriva a 150. Di fatto questo numero ricorre spesso nelle organizzazioni naturali, nelle comunità, ma anche nei legami sociali personali, cioè nel numero di amici che può avere un singolo individuo. La relazione dipende dal fatto che il numero di persone con cui riusciamo a mantenere un certo livello di intimità è limitata dalla dimensione del nostro cervello: e dunque dalla nostra capacità di gestire questi rapporti nella nostra mente".
Ma tutto ciò cosa significa per i social network online? Sappiamo bene che gli utenti di Facebook tendono ad avere moltissimi “ amici”: e, anche se non sono tutti intimi, le interazioni sono tante e su diversi livelli.
"Questi limiti valgono anche online, e lo stesso Facebook lo ha dimostrato: il numero medio di amici è circa 150, anche se alcuni possono averne di più. 150 è solo una di una serie di cerchie amicali che iniziano con 5 (i più intimi) e continuano fino a 150, per arrivare a 1500: che è il numero di facce che possiamo ricordare.
DAILY WIRED NEWS SCIENZA
I veri amici su Facebook? Al massimo 150
Lo dice il nostro cervello. E anche l’antropologo Robin Dunbar, ospite al Festival della Scienza di Genova. Ecco perché
28 ottobre 2011 di Carola Frediani
Si possono aggiungere nomi su Facebook, ma si tratterà solo di conoscenze, se non di voyeur delle nostre vite. A me risulta che ormai negli Stati Uniti la generazione originaria di Facebook, cioè quella che si è iscritta dall’inizio, considera immaturo chi esibisce più di 100 amici".
E quindi non pensa che le società moderne e internet possano cambiare la natura e i limiti delle relazioni interpersonali? O che a gruppi coesi e localizzati geograficamente si possano sostituire reti più estese, sparse, liquide?
"No. Il limite è sempre quello. Nella vita reale conosciamo più di 150 persone ma non le chiamiamo amici. Facebook ha confuso la parola amicizia chiamando amico qualsiasi nuovo contatto".
Ma i social network le hanno mai chiesto aiuto per studiare le dinamiche di gruppo? C’era una piattaforma, Path, che limitava il numero di connessioni a 50, e diceva di ispirarsi proprio a lei.
"Sì, Path.com ha usato le mie ricerche per restringere la quantità di amici che si possono avere sul suo network. L’obiettivo era costruire relazioni più intime. E francamente penso che ci sia una nicchia di mercato per questo genere di siti".
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