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lunedì 7 maggio 2012

Chi bussa alla porta digitale - Il Sole 24 ORE

di Marco Magrini
Se tutto va bene, i Pronipoti torneranno sul grande schermo nel 2014. Stavolta non sotto forma di cartone animato - che debutti salotti americani nel 1962, come The Jetsons - ma con attori in carne e ossa. Il guaio he la Warner Bros ha affidato l'incarico a due noti sceneggiatori gia tempo: il film doveva uscire quest'anno, ma le riprese non sono neppure cominciate. Perchn conto isegnare la casa automatizzata dello strampalato George Jetson sotto forma di cartoon. Un conto mmaginarla per un vero film ad alta definizione.
I Pronipoti hanno contribuito all'idea di Futuro di due o tre generazioni di telespettatori. Eppure, oggi che schermi piatti, informazioni senza fili e tablet sono nella norma, puvelarsi difficile predire cosa accadreramente a Orbit City nel 2062, dove abitano - anzi, abiteranno - i Jetsons: nonostante tutta la tecnologia che ci circonda, la casa digitale non esiste ancora.
Ma ormai, potrebbe essere questione di poco tempo. Lunedcorso, Microsoft ha detto di star lavorando da un paio d'anni a HomeOs, il primo sistema operativo per la casa. Alla multinazionale di Redmond ammettono che tutta la tecnologia di oggi porta con sna complessit un'eterogenithe risulta frustrante anche per gli utenti pierti, quando cercano di integrare gli strumenti digitali che giossiedono. Cossta giestando HomeOs, che funziona indipendentemente dai sistemi operativi dei singoli apparecchi che integra, in dodici appartamenti americani. E lo ha distribuito ad alcune universitper favorire – com'rmai di moda oggi – lo sviluppo di "Apps", applicazioni software.
Di certo pericrosoft non a sola. Anzi, la battaglia per la conquista di quest'ultimo mercato – la casa digitale – sta per cominciare.
L'arcinemica Apple, che con lo standard iPhone-iPad (noto come iOs) ha rovesciato i destini della competizione, dovrebbe debuttare l'anno prossimo con la sua televisione. La data ncerta, ma questi non sono rumors: nell'unica sua biografia autorizzata, Steve Jobs racconta di aver finalmente trovato la soluzione per rivoluzionare anche gli apparecchi televisivi. Se l'azienda che ha fondato dovesse davvero ripetere l'exploit dei suoi recenti successi, c'a star sicuri che i Jetsons diventeranno piini.
Google, che non sta mai con le mani in mano, aveva annunciato gin paio di anni fa l'iniziativa Android@Home, per portare il suo sistema operativo nei ranghi della casa automatizzata. Poi, non s'aputo pinte. Ma gira voce che Jelly Bean, nome in codice di Android versione 5.0 (in uscita quest'anno), potrebbe includere qualche forma di integrazione con Android@home.
La Intel sta lavorando a uno standard per far parlare le macchine fra loro: dalle serrande alla lavatrice, dal frigo al televisore. La rivale Qualcomm ha alzato il velo su Hy-Fi, una piattaforma per integrare l'entertainment casalingo. La AT&T ha annunciato una piattaforma per la protezione domestica: usando la sua rete e il suo software, da un iPad si possono controllare il riscaldamento, le serrature e ovviamente le telecamere di tutta la casa. La Sony (sul modello Apple) connette gi suoi cellulari, con le sue tivn le sue console. E cosa possiamo attenderci da Samsung, che i forni, le lavatrici e i frigoriferi gii produce?
Certo, tutto questo non fa che aumentare la frammentazione: proprio il contrario dell'avvento di uno standard. Ma appena la battaglia comincerer davvero, come sempre accade, uno o due standard emergeranno sugli altri. E non etto che questa sorte tocchi ai giganti.
L'alleanza Z-Wave, con partner del calibro di Ingersoll-Rand e Danfoss, ha sviluppato un protocollo per la domotica usando una tecnologia radio a bassa potenza da incorporare nei singoli prodotti o nelle prese della corrente. Ma la rivale ZigBee, mira ancora pialto (automatizzare la casa a servizio del risparmio energetico) con un parterre di soci impressionante: Philips, StM, Cisco, Ge, Huawei, Lg, Sony e molti altri.
La corsa verso la casa intelligente sta per cominciare. Il pronti, attenti, via lo d l'imminente adozione universale dell'Ip6, la sesta versione dell'Internet Protocol: gli indirizzi disponibili passano da quattro miliardi, a miliardi di miliardi. Dopodichlavastoviglie, caldaie e specchi del bagno potranno finalmente avere il loro bravo indirizzo internet. Proprio come nelle abitazioni di Orbit City, del resto.
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