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Il rumore della tua vita
I suoni non solo ci aiutano a definire lo spazio in cui viviamo, ma servono al nostro equilibrio. Chi resiste al silenzio assoluto? Sicuramente non la Barbara di Wired.it
20 aprile 2012 di Barbara Lazzari
Non so voi, ma io vivo in un condominio formato da tre palazzi che si affacciano internamente su un unico cortile. Questo vuol dire che tutte le domeniche mattina, quando uno dovrebbe dormire in totale serenità si finisce con l’essere svegliati alle 9 del mattino dai ragazzi del secondo piano che per darsi la carica ascoltano hip hop a palla e nel frattempo pogano contro il muro. O almeno così sembra dai rumori sordi che fanno. Il silenzio dura poco. La famigliola al primo piano si prepara per la messa delle 11 intonando qualche canto. La mamma alla tastiera, il babbo alla chitarra, i bimbi sul divano a fare il coro. Poi con l’avvicinarsi dell’ora di pranzo il cortile si affolla delle voci dei telegiornali, il rimbombo diviene confusione, puro rumore.
Non c’è modo di dormire in questo condominio. I tappi gialli li ho provati ma il mio orecchio li risputa fuori inorridito. Isolare acusticamente la stanza sarebbe troppo costoso, l’unica soluzione praticabile sarebbe lamentarsi pubblicamente, ma farei la parte dell’ acida rompiscatole e sono troppo giovane per questo ruolo. Finisce che mi alzo anche io e partecipo alla sonorizzazione condominiale ascoltando The Big Chill o.s.t. a tutto volume.
E capisco che la musica così è tutta un’altra cosa. Chissà perché i nostri rumori non ci danno mai noia. Tranne forse quelli, naturalissimi, che potrebbero scapparci in bagno. E come li risolviamo? Coprendoli con rumori più forti, come una radio o con un aggeggio che si chiama Sound Princess, invenzione di quei perversi dei giapponesi che una volta azionato riproduce un fortissimo rumore di acqua che scorre: l’imbarazzo è risolto.
Sono rumori naturali anche i gemiti di alcuni tennisti eppure a molti danno fastidio, e allora ci si guarda il torneo con Wimbledon NetMix e la De Brito diverrà miracolosamente silenziosa.
Vi infastidisce il collega che picchia sulla tastiera come stesse scrivendo una lettera carica d’odio? Comprategli il silenziatore di Thanko, lo aiuterà anche a tenere le mani al caldo nei mesi invernali.
Al pub c’è troppa confusione, musica altissima, non si riesce a parlare? Potevate stare a casa, ma visto che vi piace avere gente attorno portatevi dietro le acoustic spheres, vi godrete comode e magnifiche conversazioni tête-à-tête senza dare troppo nell’occhio.
In cerca del silenzio perfetto hanno inventato la stanza anecoica, ma l’effetto che fa è talmente innaturale che nessuno è mai resistito lì dentro più di 45 minuti.
Siamo esseri rumorosi che vivono nel rumore altrui, basterebbe solo un minimo di educazione. Invece so già che con il caldo estivo e le finestre aperte tutto il giorno, sentirò parola per parola i litigi della coppia al quarto piano. Mi godrò la nonna urlante che redarguisce i bambini al silenzio, la signora in balcone al telefono con la figlia e le sfide notturne di karaoke di quelli all’ultimo piano. Alla faccia di quelli che dicono che a Milano la gente non ti dà confidenza.
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