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giovedì 12 aprile 2012

Fibrosi cistica: combatterla con wi-fi e Kinect - Wired.it

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Fibrosi cistica: combatterla con wi-fi e Kinect
È tra le patologie genetiche più diffuse. Ora, la Novartis propone una nuova somministrazione della cura, più rapida e facile grazie all’hi-tech
11 aprile 2012 di Francesco Musolino
La lotta alla fibrosi cistica diventa hi-tech grazie all’impegno congiunto della casa farmaceutica Novartis e del colosso informatico Microsoft. Si tratta di una doppia innovazione nella cura di questa patologia degenerativa mediante un approccio wireless, collegato ad una promozione dell’attività fisica, destinata a mutare l’approccio alla malattia e facilitando sensibilmente l’attuazione della terapia farmacologia.

Oggi sono oltre 5 mila i pazienti che in Italia sono affetti dalla fibrosi cistica. “Si tratta della patologia genetica a decorso potenzialmente fatale più diffusa nella razza caucasica che colpisce ogni anno un neonato su 2500/3500 e si stima che i portatori sani siano addirittura uno su 22/25 persone nella popolazione. Per fare un esempio più immediato, se prendiamo uno stadio con 85000 persone, vi saranno almeno 3500 portatori sani”, afferma il prof. Giuseppe Magazzù, presidente della Società Italiana per lo studio della Fibrosi Cistica (SIFC) e Ordinario di Pediatria all'Università di Messina.

Per tale motivo desta molta sensazione il lancio, da parte della Novartis, del Tobi Podhaler ovvero la possibilità di una nuova somministrazione wi-fi della Tobramicina in polvere (il farmaco di riferimento per questa patologia che agisce contro la Pseudomonas Aeruginosa), garantendo, nell’arco di 4 settimane, di far recuperare ai pazienti ben 13 ore di tempo libero, visto che tale inoculazione dura appena 5 minuti ed avviene in totale sicurezza igienica. Si tratta davvero di un grande risparmio di tempo, visto che la terapia giornaliera “normale” richiede almeno due ore al giorno e consta di un mix fra farmaci assunti per inalazione e via orale, oltre ad una serie di esercizi di fisioterapia.

Il Tobi Podhaler è dispositivo tascabile, che non richiede alimentazione elettrica esterna e si tratta del primo device wi-fi capace di alleviare sensibilmente il gravoso carico terapeutico per i pazienti affetti da fibrosi cistica. “Va considerato – prosegue il prof. Giuseppe Magazzù - che una persona con fibrosi cistica è sottoposto ad un carico terapeutico molto gravoso, ma indispensabile. Ogni giorno deve fare esercizi di fisioterapia, assumere enzimi pancreatici per digerire, vitamine per sopperire alle perdite che si verificano e, in caso di riaccensioni infettive polmonari, cicli di terapia antibiotica. Si calcola che ogni persona deve dedicare minimo due ore alle sue cure, ogni giorno. Da questo punto di vista, ogni innovazione terapeutica, che possa ridurre tale impegno, è fondamentale".

Inoltre, il dispositivo ha un’autonomia di una settimana e somministra la Tobramicina in polvere, senza necessità di essere disinfettato, riducendo così il rischio di re-infezioni batteriche. A ciò si aggiunge il fatto che il dispositivo wireless riesce a depositare nei polmoni dei pazienti, una quantità di farmaco in polvere tre volte superiore rispetto alle terapie tradizionali.
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