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lunedì 2 aprile 2012

L'olfatto stimola l'eros - D - la Repubblica

Sesso&Psiche

L'olfatto stimola l'eros

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Gli esperti della Sissa: "Il naso gioca un ruolo-chiave nella scelta, evocando esperienze passate piacevoli legate a determinati odori". Da Darwin a Proust, ecco uno dei rari casi in cui arte, scienza e letteratura vanno d'accordo di Sara Ficocelli

Sentimenti

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"La donna sceglie l'uomo che poi la sceglierà!" Così Vittorio Gassmann, in "Profumo di donna" di Dino Risi, raccontava come ad accendere l'eros basti un semplice odore. Una verità che nel 1871, meno romanticamente, aveva dimostrato Charles Darwin nel libro "L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso" parlando dei segnali chimici, visivi e uditivi che entrano in gioco nella selezione sessuale. E segnalando il successo dei più "profumati" nell'accoppiarsi.

Arte e scienza, dunque, sono d'accordo: il partner si sceglie col naso. Ma se nel mondo animale, come hanno spiegato nel 1959 gli entomologi Karlson e Luscher, tutto dipende dal "feromone" (dal greco pherein, portare, e hormon, eccitare), ovvero la "sostanza secreta da un individuo e recepita da un altro, capace di innescare in quest'ultimo una reazione", per l'essere umano la faccenda è più complessa, dato che finora nessuno ha dimostrato l'esistenza di feromoni nella nostra specie.

Cos'è che dunque permette a uomini e donne di scegliersi con l'olfatto? La risposta arriva da un team di ricerca della Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste) coordinato dalla fisiologa Anna Menini, che studia i meccanismi con cui i sistemi biologici scelgono tra migliaia di molecole odorose e rilevano piccolissime concentrazioni di odori. Sono stati loro a scoprire l'esistenza della bestrofina, la proteina che trasmette al cervello gli stimoli odorosi trasformandoli in segnali elettrici, e i loro studi sull'olfatto sono un punto di riferimento per gli scienziati di tutto il mondo. 

"Molti animali riconoscono il sesso e lo stato fisiologico del loro potenziale partner attraverso i feromoni" spiega Menini. "Negli esseri umani non ci sono prove scientifiche che questi esistano ma l'olfatto gioca comunque un ruolo-chiave nella scelta, evocando esperienze passate piacevoli legate a determinati odori". Marcel Proust, ricorda l'esperta, descrisse benissimo come il profumo della madeleine immersa nel tè riesca a farci rivivere i ricordi migliori e ciò avviene perché il sistema olfattivo è direttamente connesso con quello limbico, che è il centro delle emozioni. "Tuttavia gli esseri umani fanno di tutto per eliminare i propri odori e sostituirli con profumi. Anche questi diventano parte della nostra esperienza individuale e della nostra memoria olfattiva".

Il senso dell'olfatto permette all'uomo di distinguere tra più di 10mila molecole odorose diverse e il meccanismo in base al quale ciò accade è talmente complesso che l'olfatto è rimasto a lungo il più enigmatico dei cinque sensi. "A mio parere" spiega Menini "eventuali reazioni generate dagli odori sono il frutto di emozioni inconsapevoli legate a esperienze passate. Si tratta insomma di ricordi individuali non riconducibili a una molecola. Esistono poi persone con un olfatto più sensibile e che, quindi, hanno percezioni sia piacevoli che spiacevoli molto più intense".

La comprensione di come l'olfatto funziona negli esseri umani ha fatto passi da gigante in questi anni, soprattutto dopo l'assegnazione nel 2004 del premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia a Linda Buck e Richard Axel che hanno identificato numerosissimi recettori olfattivi. "Capire come l'interazione delle molecole odorose si trasformi nel linguaggio del sistema nervoso e quali proteine e molecole sono coinvolte pone le basi per identificare strategie terapeutiche capaci di risolvere i deficit olfattivi", conclude la fisiologa.

"Il sogno di "filtri d’amore" che, agendo attraverso l'olfatto, attivino un desiderio sessuale è una fantasia antichissima" spiega la psichiatra e psicoanalista Adelia Lucattini, presidente della SIPSIeS, Società Internazionale di Psichiatria Integrativa e Salutogenesi di Roma, "peraltro mirabilmente descritta da Patrick Süskind nel romanzo "Il profumo". L'olfatto è tra i cinque sensi il più arcaico, il più studiato e anche il più importante nella costruzione della cosiddetta memoria sensoriale delle relazioni".

Le prime relazioni madre-bambino e padre-bambino si creano infatti proprio attraverso l'odore, tanto che il neonato riconosce i genitori "annusandoli" fin dai primi giorni di vita. "L'olfatto" continua la psichiatra "è negli esseri umani lo strumento dell'imprinting descritto da K. Lorenz. All'odore sono legate le prime esperienze di vita e i ricordi "antichi", sensoriali appunto, dei primi tre anni. Questi esistono ben prima dei ricordi comunemente intesi, legati invece allo sviluppo del linguaggio. Alla memoria sensoriale sono legati i profumi, gli odori, gli aromi diversi in ognuno, proprio perché associati alle privatissime esperienze personali e quindi in grado di suscitare emozioni forti, rifiuti inspiegabili, amori improvvisi e travolgenti, passioni o odii potenti".

Di parere diverso lo psicologo Roberto Cavaliere: "Al di là dei fondamenti scientifici, ritengo che l'olfatto svolga una funzione minima nella scelta del partner. Oggi, in una società della comunicazione e dell'immagine, sono prevalentemente i canali verbali e visivi quelli determinanti. La scelta dell'altro passa sempre più dal web e l'olfatto non "trasmette" attraverso tale canale. Viviamo inoltre in città sempre più "inodori", dove l'olfatto tende a svilupparsi poco, e di conseguenza siamo poco bravi a riconoscere odori altrui. Ciò non toglie che un profumo possa aiutare nella relazione e che predisponga bene verso l'altro. Ma, appunto, esso è di supporto alla relazione stessa e non è criterio di scelta". 

(02 aprile 2012) © Riproduzione riservata

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