Oggi, 10 ottobre, è la 10° Giornata mondiale contro la pena di morte. Per le associazioni abolizioniste, per le persone che si oppongono a questa punizione crudele e disumana questa Giornata è una data importante.
È un'occasione per ribadire un NO incondizionato alla pena capitale. E le ragioni sono tante. La pena di morte viola il diritto alla vita ed è sinonimo di una cultura di violenza, non una soluzione a questa. Lo stato che mette a morte una persona commette esso stesso un omicidio.
Nessun studio ha mai dimostrato che la pena capitale sia un deterrente più efficace di altre punizioni per i crimini violenti; il numero di omicidi non è più basso nei paesi che applicano la pena di morte. Inoltre, la pena di morte ha spesso un carattere discriminatorio e colpisce le persone pinerabili.
Un'esecuzione non può ridare la vita alla vittima né cancellare il dolore dei suoi familiari. Ma un errore giudiziario può uccidere un innocente.
Oggi circa 19.000 persone sono ancora detenute nei bracci della morte, in attesa dell'esecuzione. Alcuni paesi hanno fatto dei passi indietro come il Gambia, dove sono riprese le esecuzioni dopo 27 anni; lo stesso in Giappone, in cui per tutto il 2011 non c'erano state impiccagioni, e in Botswana. Altri paesi, tra cui Cina, Afghanistan, Iran, Iraq e Stati Uniti hanno fatto ricorso alla pena di morte quest'anno.
Questi dati sconfortanti non devono far dimenticare che, mezzo secolo fa, il numero dei paesi in cui il boia era attivo era nettamente superiore a quello dei paesi abolizionisti.
Oggi questa proporzione è invertita. I paesi che non ricorrono più alla pena capitale, nella legge o nella pratica, sono 140 contro i 58 che ancora si ostinano a credere che con la decapitazione, l'impiccagione, l'iniezione letale, la sedia elettrica, la fucilazione o la lapidazione si possa garantire giustizia.
La stessa moratoria sulle esecuzioni, votata per la prima volta dall'Onu nel 2007, ha riscosso un sostegno crescente e a dicembre verrà presentata per la quarta volta.Il progresso abolizionista che è stato possibile mettendo la pena di morte fuori dalla coscienza, dal novero delle punizioni immaginabili, ancora prima che dalle leggi.
Un progresso che deve arrivare fino al suo fine: l'abolizione!
mercoledì 10 ottobre 2012
10 ottobre - Giornata mondiale contro la pena di morte
via amnesty.it
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