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martedì 18 settembre 2012

Santorini, si riempie la camera magmatica del vulcano - National Geographic

Già un anno fa, gli abitanti di Santorini si erano accorti che il comportamento del vulcano stava cambiando: il tintinnio dei bicchieri nei bar e strani odori di gas erano stati segnalati anche dai turisti dell’isola. Ora uno studio di recente pubblicazione ha confermato i loro sospetti.

Le immagini radar satellitari hanno infatti rivelato la fonte dei tremori. Tra il gennaio del 2011 e l’aprile del 2012 un flusso di roccia fusa ha rigonfiato la camera magmatica che si trova sotto il vulcano di Santorini, riempiendola di circa 10-20 milioni di metri cubi di materiale: 15 volte il volume dello stadio olimpico di Londra. Questo rigonfiamento ha causato un sollevamento dell’isola compreso tra gli 8 e i 14 centimetri.

Il vulcano è rimasto tranquillo per 60 anni, e “questi eventi non indicano un’eruzione imminente”, rassicura Nomikou Paraskevi, geologo dell'Università di Atene. "Ci ricordano, però, che Santorini è un vulcano attivo. Solo che ultimamente è rimasto in uno stato generalmente tranquillo”.

“Dal momento che l'attività sismica e il tasso di rigonfiamento sono entrambi diminuiti negli ultimi mesi, non sembra plausibile che

il vulcano stia per eruttare, ed è anzi molto probabile che possa rimanere addormentato per un altro po’ di anni o anche decenni. In realtà non ne sappiamo molto sul ciclo di vita dei grandi vulcani nei periodi compresi tra grandi eruzioni, per questo la nostra ricerca è particolarmente interessante”.

Paraskevi e altri colleghi hanno analizzato i dati dell’attività sismica regionale e hanno individuato, a partire del gennaio del 2011, più di mille piccole scosse, per la maggior assolutamente impercettibili. I ricercatori hanno anche confermato un aumento del livello della superficie di Santorini grazie alle immagini satellitari radar e alle misurazioni GPS.

Il vulcano che affondò Atlantide?

Nea Kameni, che significa “nuova isola bruciata”, è una piccola isola disabitata che si trova all'interno della caldera allagata di Santorini. La caldera che costituisce l’arcipelago di Santorini si è formata durante l’ultima grande eruzione del vulcano, avvenuta circa 3.600 anni fa.

L'eruzione, tra le più importanti della storia e che forse ispirò il mito di Atlantide, ebbe conseguenze devastanti per la civiltà minoica, la cultura di Creta che fiorì durante l’Età del Bronzo.

Le eruzioni catastrofiche di Santorini, che producono più pietra pomice che lava, iniziarono a manifestarsi circa 20 mila anni fa, spiega David Pyle, vulcanologo dell'Università di Oxford. Ma nel corso degli ultimi cinque secoli ci sono state solo eruzioni minori che Pyle definisce “non particolarmente pericolose”.

Con le colate laviche dell'ultima eruzione, verificatasi nel 1950, si potevano coprire appena un paio di campi da tennis. “Possono produrre un po’ di cenere, disturbando il traffico aereo o contaminando le fonti di acqua potabile. Ma molto probabilmente non sarebbe nemmeno necessario evacuare la popolazione dell'isola”.

Nonostante questa relativa tranquillità, secondo Pyle, Santorini è il luogo ideale per conoscere l’evoluzione di una camera magmatica. Il vulcano è stato così ben studiato che gli studiosi hanno ormai un quadro della situazione sufficientemente chiaro, anche se alcune domande rimangono in sospeso.

Secondo Pyle, la questione più enigmatica è che molte delle rocce formatesi durante le eruzioni del passato hanno delle caratteristiche chimiche che indicano che il sistema di Santorini fu scosso per qualche mese, o forse anno, prima della grande eruzione. “Ci sono prove delle grandi eruzioni, ma lo stesso tipo di indizi si trovano anche prima delle piccole eruzioni," ha detto.

I risultati suggeriscono “che questo tipo di vulcani non sempre hanno un grande serbatoio di roccia fusa sotto di loro che attende di esplodere. Il serbatoio infatti si riempie pian piano, come per impulsi, e oggi noi abbiamo appena assistito a uno di questi afflussi di lava che probabilmente ha apportato un volume di roccia fusa pari a quello che normalmente arriverebbe nella camera in circa 20 anni”.

L’enigma dormiente

Se la conferma del rigonfiamento della camera magmatica di un vulcano attivo grazie ai rilevamenti satellitari non avviene così di frequente, per il resto, i dati disponibili non sembrano essere così insoliti per gli studiosi.

“La mia sensazione è che alcuni vulcani di grandi dimensioni come Santorini e Yellowstone passino centinaia o migliaia di anni in questo stato, che si chiama dormienza”, ha detto Pyle. “Ma spesso ci sono periodi più movimentati, come questo, visto che c’è molta roccia fusa che si muove in profondità. Questo tipo di fenomeni possono essere comuni, ma sono necessari gli strumenti e la tecnologia adatta per rilevare quali siano i primi piccoli segnali di un cambio nel comportamento".

“Il punto però è che noi non sappiamo se e quando avverrà la prossima eruzione”, aggiunge Pyle, paragonando il rigonfiamento recente a qualcuno che soffia con forza in un palloncino invisibile.

“Non possiamo sapere quanto sia piccolo o grande il palloncino, e quindi non riusciamo a capire se un solo soffio sia sufficiente per farlo scoppiare”.

Il nuovo studio su Santorini è pubblicato su Nature Geoscience.

(17 settembre 2012) © Riproduzione riservata

vulcaniGrecia

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