Il filosofo Stefano Zecchi avverte: “La vita ha senso se ha un limite”. Il desiderio di proiettarsi oltre la morte “è vecchio come la nostra cultura e chiama in causa sia la dimensione filosofica e il mito sia quella religiosa. Ma ciò che appaga è la ricerca di ciò che si può avere nella realtà. Sognare è giusto – ammonisce- ma bisogna tradurre in progetti concreti le proprie aspettative. La ricerca dell’infinito e la possibilità di superare ogni confine – sottolinea ancora il filosofo- ha qualcosa di infantile che incuriosisce anche i più piccoli”. Non solo. Scendendo nel dettaglio della ricerca, Zecchi chiarisce che “in una ricerca sull’immortalità maggiori indicazione potrebbero arrivare dalla biologia e dalla medicina“.
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