Attorno alla metel secolo scorso il mondo della filosofia occidentale poteva essere rappresentato con un semplice diagramma. Si prenda un quadrato e lo si divida in quattro parti: nel quadrante in alto a sinistra si collochi l'esistenzialismo, allora in voga nella parte occidentale dell'Europa continentale; nella parte in alto a destra la tradizione analitica o linguistica dominante nei Paesi anglofoni; nell'angolo in basso a sinistra si collochi il marxismo, allora la filosofia ufficiale dell'Europa dell'Est e della Cina; nella parte in basso a destra la filosofia scolastica della Chiesa Cattolica romana.
Le filosofie della parte superiore del diagramma erano individualistiche: la filosofia non era considerata come un corpo di dottrine ma come un metodo di pensiero (filosofia analitica) o uno stile di vita (esistenzialismo). Le filosofie della parte inferiore erano collegate a istituzioni non filosofiche, le quali ritenevano che le veritiortanti fossero state stabilite una volta per tutte. Le filosofie poste sul lato destro erano interessate alla logica formale, mentre quelle sul lato sinistro si vantavano del loro interesse partecipe nei confronti delle realtoncrete e fondamentali dell'esperienza umana.
Nell'ultima parte del secolo scorso queste divisioni crollarono. Il collasso del comunismo sovietico spazza la sottomissione alla politica tipica della filosofia marxista, e in seguito al Concilio Vaticano II la scolastica dei manuali allent sua presa sui seminari cattolici. Molti pensatori continentali iniziarono a interessarsi all'analisi linguistica e la filosofia anglofona cominci abbandonare l'arrogante insularithe l'aveva contraddistinta nel suo periodo d'oro.
Uno sviluppo nuovo e interessante fu l'emergere di una scuola di pensiero che diventta con il nome di "tomismo analitico". Diversi filosofi che si erano formati con i metodi dell'analisi linguistica presero a studiare l'opera di san Tommaso d'Aquino e tentarono di presentare il suo pensiero in un modo che fosse congeniale ai loro colleghi analitici. Seguaci di Wittgenstein, ne condividevano la demolizione dell'epistemologia e della metafisica cartesiana, e trovarono l'aristotelismo di Tommaso pigeniale al loro pensiero di quello degli eredi razionalisti ed empiristi di Cartesio. La riscoperta analitica di Tommaso cominci Gran Bretagna con gli scritti di Peter Geach dell'Universiti Birmingham e negli Stati Uniti con l'opera di Norman Kretzmann della Cornell University. La filosofia della mente di Tommaso, la sua metafisica, e la sua etica continua oggi a trovare esponenti entusiasti nelle universitaiche di lingua inglese.
Il tomismo analitico tato largamente ignorato dai tomisti continentali. Giovanni Ventimiglia, direttore dell'Istituto di Studi filosofici della Facolti Teologia di Lugano e docente alla Universitattolica di Milano, cerca ora di rimediare a questa situazione. Egli ualificato in modo veramente unico per farlo, dal momento che non ha rivali nella conoscenza degli scritti degli studiosi di entrambe le tradizioni e possiede una ammirevole consapevolezza dei loro punti di forza e dei loro punti deboli. Nel suo libro To be o esse? La questione dell'essere nel tomismo analitico (Carocci, Roma 2012, pagg. 392, € 36,00) egli si concentra su un solo, centrale, argomento: la filosofia dell'essere. Egli dedica alle opere di Geach e di una mezza dozzina di suoi seguaci (me compreso) capitoli scritti con pazienza e buona disposizione, sebbene non privi di spirito critico. Tutti coloro su cui egli ha scritto dovrebbero essere grati di aver trovato in lui uno studioso cosimpatetico con i loro punti di vista, sebbene sia possibile che di tanto in tanto essi desiderino dissentire dall'interpretazione che egli ha dato del loro pensiero.
Il verbo "essere" e la questione dell'esistenza ha costituito un rompicapo per i filosofi dai tempi di Parmenide. Quando i filosofi si chiedono quali cose esistano realmente e quali no, di solito hanno in mente molte e differenti contrapposizioni. La contrapposizione pusere quella fra fatti e finzioni (le stelle marine esistono, le sirene no), oppure quella fra l'(ancora) esistente e l'estinto (gli alligatori esistono ancora, i dinosauri non pi quella fra il concreto e l'astratto (i numeri esistono nello stesso senso in cui esistono i cavoli?)
I filosofi della tradizione analitica, al seguito di Frege, si sono concentrati sull'esistenza nel primo senso, e hanno riformulato "le sirene non esistono" come "niente na sirena", per evitare di dare l'impressione che "esistenza" sia un predicato. I seguaci di Tommaso concentrano la loro attenzione piuttosto sulla esistenza nel secondo senso: La grande piramide esiste ancora mentre il faro di Alessandria non esiste piun insieme di proposizioni composte autenticamente di soggetto-predicato.
Il concetto di esistenza, tuttavia, iplesso di quanto venga suggerito dai sensi contrapposti che ho appena abbozzato. La prima complicazione da affrontare he il verbo "esiste" pusere predicato sia di specie (come in "esistono stelle marine") sia di individui (come in "la grande piramide esiste ancora"). La seconda complicazione he il contrasto fra il concreto e l'astratto si presenta non soltanto fra oggetti materiali e numeri ma anche fra le sostanze e le loro propriet accidenti (La sorditi Beethoven esiste nello stesso senso in cui esiste Beethoven?). Queste e un numero di altre questioni sono discusse dal professor Ventimiglia in modo illuminante, specialmente nel suo capitolo finale sulle questioni aperte.
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TAG: Filosofia, Tommaso d'Aquino, Universitattolica, Peter Geach, Carocci Editore, Giovanni Ventimiglia, Norman Kretzmann, Stati Uniti d'America, Cornell University, Chiesa cattolicaANNUNCI GOOGLE'; } else { if (google_ads.length == 1) { s += '' + google_ads[0].line1 + '
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lunedì 6 agosto 2012
Tommaso e le sirene della ragione - Il Sole 24 ORE
via ilsole24ore.com
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