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mercoledì 30 novembre 2011

I cellulari sono cancerogeni? - Wired.it

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I cellulari sono cancerogeni?
Si riaccendono le polemiche sulla pericolosità dei telefoni senza fili. Le evidenze finora raccolte sono rassicuranti, ma gli effetti a lungo termine rimangono controversi
29 novembre 2011 di Daniela Cipolloni
Cellulari nell’occhio del ciclone, all’indomani dell’ inchiesta di Report sui potenziali rischi per la salute degli apparecchi di telefonia mobile. Sotto accusa le onde elettromagnetiche a radiofrequenze, da tempo sospettate di provocare l’insorgenza di tumori celebrali. Il dibattito è di scottante attualità, dal momento che circa cinque miliardi e mezzo di persone nel mondo possiedono un telefonino e moltissimi trascorrono la giornata con lo smartphone tra le mani o incollato all’orecchio. Come stanno le cose? Difficile emettere una sentenza definitiva. Le prove finora raccolte non permettono né di stabilire, né di escludere con certezza, che parlare al cellulare faccia male alla salute. Dopo la ricostruzione di Report, però, viene da allarmarsi.

Un breve riassunto. L’anno scorso l’ Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), che fa parte dell’Organizzazione mondiale della sanità, per la prima volta si è sbilanciata. Sulla base di una revisione delle evidenze scientifiche, ha stabilito che i cellulari siano da considerarsi “ potenzialmente cancerogeni”. Pertanto, sono stati inseriti nel gruppo di pericolosità 2B, insieme ad altre sostanze forse rischiose, forse no, come il caffè, i sottaceti e i pesticidi. La decisione, come ha ricostruito la trasmissione di Milena Gabanelli, è stata combattuta e controversa. Solo un anno prima, il pluriennale e plurimilionario progetto Interphone, coordinato dallo stesso Iarc, era arrivato alla rassicurante conclusione opposta che “ l’uso del telefono cellulare non risulta legato allo sviluppo di tumori cerebrali”. Perché questa discrepanza? Report ha portato a galla un’oscura trama di conflitti d’interesse. Gli studi epidemiologici, infatti, sono stati cofinanziati dalle industrie dei telefonini, in deroga ai principi d’indipendenza dell’Oms. Il classico caso del controllato che finanzia il controllore. Non è l’unica critica mossa contro Interphone. I risultati della vastissima indagine, condotta su oltre diecimila utenti in 13 paesi diversi, Italia compresa, risultano clamorosamente datati e parzialmente inattendibili: si riferiscono infatti agli anni Novanta, quando l’utilizzo dei cellulari era molto meno diffuso (è considerato “ grande utilizzatore” chi trascorre più di mezz’ora al giorno al cellulare) e i protocolli di radiofrequenza erano diversi da quelli attuali (i telefonini Gsm di seconda generazione e quelli di terza Umts dovrebbero essere meno dannosi).

Prima però di azzardare parallelismi tra sigarette e cellulari, e immaginare già l’iPhone 5 con la scritta “ nuoce gravemente alla salute”, conviene puntualizzare alcune cose. Innanzitutto, di quali onde elettromagnetiche stiamo parlano? “ I cellulari emettono microonde, come i forni, in una banda di frequenza variabile tra circa 900 e 2200 MHz, ma a potenze molto inferiori”, spiega Alessandro Polichetti, direttore del Reparto di radiazioni non ionizzanti del Dipartimento di tecnologia e salute dell'Istituto superiore di sanità.

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