Filosofiablog

Nowsy.com - your news and info dashboard

CYBERNIX

http://blog.libero.it/MASTERIZZAZIONE/index.rss

Cerca nel blog

mercoledì 2 novembre 2011

Cyrulnik: l’essere umano può superare qualsiasi trauma - Wired.it

Condé Nast

©Edizioni Condé Nast S.p.A. - P.zza Castello 27 - 20121

Milano CAP.SOC. 2.700.000 EURO I.V. C.F e P.IVA - REG.IMPRESE TRIB. MILANO N. 00834980153

SOCIETÀ CON SOCIO UNICO

DAILY WIRED NEWS SCIENZA
Cyrulnik: l’essere umano può superare qualsiasi trauma
Siamo animali più flessibili e resistenti di quanto ci si possa immaginare. E la nostra mente lo è allo stesso modo. Lo racconta lo psichiatra francese al Festival della Scienza di Genova
01 novembre 2011 di Carola Frediani
Prima di lui, i più lucidi e spietati a descrivere il sentimento di vergogna che investe le vittime di abusi, violenze e sopraffazioni sono stati i sopravvissuti dei lager. Ci sono i salvati che hanno davanti agli occhi i sommersi trascinati via dalla storia, per dirla con Primo Levi, e quelli che dopo aver dato fondo a tutte le loro energie e risorse psichiche per sopravvivere, una volta tornati a casa, devono affrontare la bestia peggiore: la vergogna del mondo. E lo sguardo degli altri. Ne ha scritto per esempio Liana Millu, ex-deportata di Auschwitz, che al ritorno in Italia ha dovuto fronteggiare anche l’incomprensione e lo stordimento di chi la circondava: e per guarire da certe ferite ci ha messo del tempo. “ Solo dieci anni dopo il mio ritorno ho provato di nuovo il sentimento della felicità”, ha dichiarato anni fa l’autrice del Fumo di Birkenau.

Il punto è che quella felicità è possibile ritrovarla. E in un certo senso questa è sempre stata la missione professionale ed esistenziale di Boris Cyrulnik, psichiatra, etologo e psicanalista francese, autore di svariati libri sulla capacità umana di recupero da esperienza traumatiche che martedì 1 novembre terrà una lectio magistralis al Festival della Scienza di Genova intitolata: La vergogna, proprio come il suo ultimo saggio edito da Codice.

Di fatto è la stessa biografia di Cyrulnik a incarnare, e in qualche modo confermare, le sue tesi accademiche. Nato a Bordeaux nel 1937 da una famiglia ebrea, è scampato fortunosamente alla deportazione, al contrario dei suoi genitori, che dai lager non sono più tornati. Dopo un’infanzia rocambolesca e una giovinezza per niente facile – ha dovuto pagarsi gli studi da solo perché non c’era certificato che attestasse la morte dei suoi – è riuscito a laurearsi in medicina e a diventare uno psichiatra di fama. Soprattutto, ha aiutato bambini di tutto il mondo a superare eventi difficilissimi e a tornare a sbocciare dopo traumi profondi.

Il professore francese è infatti uno dei teorici di spicco del concetto di resilienza, termine mutuato dalla fisica che sta per la capacità degli essere umani - ma non solo, anche degli animali - di rimbalzare via da eventi imprevisti, da crisi potenzialmente letali o da situazioni apparentemente disperate. Insomma, di trovare una via d’uscita. Niente a che vedere con supereroi o superomismi, tuttavia. Non si tratta di fare il Tom Cruise di una missione impossibile ma di trovare al proprio interno - e grazie anche a interventi esterni - la forza e il modo per superare il male ricevuto. Uscendo anche dal cono d’ombra della vergogna.

Quello di Cyrulnkik è uno schietto messaggio di speranza. Tutti i bambini, anche i più traumatizzati, possono diventare adulti normali, cioè persone stabili, affidabili e forse anche felici. Non è solo teoria: il professore l’ha visto coi suoi occhi nel caso di alcuni piccoli romeni fortemente disturbati, vissuti per anni in centri inadeguati.
DAILY WIRED NEWS SCIENZA
Cyrulnik: l’essere umano può superare qualsiasi trauma
Siamo animali più flessibili e resistenti di quanto ci si possa immaginare. E la nostra mente lo è allo stesso modo. Lo racconta lo psichiatra francese al Festival della Scienza di Genova
01 novembre 2011 di Carola Frediani
Una volta affidati a famiglie capaci di stare loro vicino nella maniera giusta, sono rifioriti. Ma questo vale anche per i ragazzini di strada colombiani; o per le donne del Congo che hanno subito violenze.

Sono tre i fattori che ostacolano il processo di resilienza: l’ isolamento della persona; il non riuscire a dare un senso rispetto a quanto accaduto; e la vergogna. L’importante - ricorda Cyrulnik - è uscire dal vittimismo. Per questo conta anche lo sguardo degli altri, il modo in cui l’ambiente circostante affronta il dolore delle vittime. Non è vero che chi ha subito violenze sarà violento, sostiene il professore. O che rimarrà da qualche parte irrecuperabile. Non applichiamo etichette di comodo alla natura umana, che invece è insieme più resistente ed elastica di quanto pensiamo. Alla fine, la resilienza ha a che fare con la capacità di abbandonare l‘imprinting del passato. È una fede nella libertà dell’uomo dai determinismi. E, argomentata da uno scienziato, acquista ancora più valore.

Nessun commento:

Posta un commento