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giovedì 3 novembre 2011

HOMO CYBERNETICUS - Frustrazione ciibernetica

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CYBERSPAZIO
Post n°250 pubblicato il 03 Novembre 2011 da BROWSERIK

Tag: cyberspace, informazione, wireless
Liberi tutti, a patto che venga rispettata la proprietà intellettuale e non si commettano azioni illecite.

Così la pensano i britannici e a partire da questa concezione della Rete hanno dato il via alla London Conference on Cyberspace. La due giorni, 1 e 2 novembre, ha aperto i battenti pochi mesi dopo l 'e-G8 francese e si propone in egual maniera come punto di partenza per un dialogo internazionale sulle sorti e sullo sviluppo di Internet. All'invito hanno risposto i rappresentati e gli attori del settore di 60 paesi, fra i relatori Jimmy Wales di Wikipedia e il commissario Ue Neelie Kroes. Ha disertato all'ultimo momento Hillary Clinton per la morte della madre.
La posizione dell'Union Jack è stata sbandierata in apertura dal ministro degli Esteri britannico William Hague, secondo il quale in nessun motivo le autorità devono arrogarsi il diritto di censurare e controllare un terreno fertile per l'innovazione e lo sviluppo economico. L'uscita di quest'estate del primo ministro David Cameron relativa a un blocco dei social network per evitare il verificarsi di situazioni simili ai disordini londinesi è dunque da considerarsi frutto della rabbia del momento.
Quanto sta emergendo all'interno del Queen Elizabeth II Conference Centre dovrebbe rimbalzare nel 2012 in Ungheria e nel 2013 in Corea, in un ottica di concretizzazione degli spunti affrontati. Questa sera, alla fine della conferenza, non sarà redatto alcun documento: l'auspicio è quello di iniziare un dialogo proficuo fra gli stati. A proposito di cosa? Le tematiche affrontate sono cinque.
CRESCITA E SVILUPPO ECONOMICO
Prima della lista, in un momento in cui l'economia europea e mondiale soffre le pene dell'inferno, quella legata al contributo del Web alla causa comune. Pochi giorni dopo aver registrato ancora una volta l'insensibilità dei vertici nostrani in materia, fa un certa impressione vedere il legame fra Internet ed economica in testa all'ordine del giorno della conferenza. Si stima, scrivono gli organizzatori, che per ogni aumento del 10% della banda larga, il Pil mondiale crescerà in media dell'1,3%.
I partecipanti all'incontro londinese sono chiamati a " trovare il giusto equilibrio tra protezione della proprietà intellettuale e di accesso, l'innovazione e la creazione di nuovi mercati", incoraggiare una collaborazione fra i "r egolamenti governativi e le regole del settore" e adattare " i regimi normativi e fiscali al rapido cambiamento delle tecnologie". In parole povere: con il Web si possono fare soldi, facciamo sì che la macchina si metta (legalmente) in moto una volta per tutte.
BENEFICI DEI SOCIAL MEDIA
Con i suoi 800 milioni di abitanti Facebook è a tutti gli effetti uno Stato virtuale ed è naturale che gli stati reali inizino a farsi qualche domanda. E a darsi qualche risposta. i Ci si interroga dunque sui vantaggi che strumenti di questo tipo possono garantire, ne avevamo parlato in occasione degli scontri di Roma, sulla libertà di espressione garantita e da preservare e sulla protezione dei cittadini da eventuali aspetti negativi. Viene segnalato l'esempio virtuoso del Sud Africa, che ha sfruttato i social network per monitorare e prevenire la diffusione del virus HIV.
CYBER CRIME
Il Regno Unito ha già previsto una spesa pari a 650 milioni di sterline per un programma di difesa dai crimini informatici. Il problema è affrontato come prioritario e il primo ministro Cameron ha sottolineato la necessità di individuare "un nuovo approccio per la sicurezza online, la prevenzione del crimine e la sicurezza pubblica". Il mondo può arrivare a pagare, si legge nel documento della conferenza, fino a un trilione di dollari per le attività illecite veicolate attraverso la Rete. Vittime, attori del settore e forze dell'ordine devono collaborare, è l'auspicio britannico, per arginare il problema. Questo il caso in cui viene incoraggiato un approccio legislativo comune a livello internazionale.
SICUREZZA E ACCESSO
Due terzi della popolazione mondiale non ha ancora alcun accesso a Internet: esordiscono così gli organizzatori facendo un parallelismo fra il 91% degli islandesi collegati e lo 0,3% degli abitanti del Bangladesh che ha fatto capolino online. Il (solito) digital divide è al centro del dibattito e ci si chiede come ridurlo in modo corale. Una volta garantito l'accesso, i problemi affrontati a Londra sono relativi alla sicurezza: come garantire un ingresso sicuro e affidabile, come rendere gli internauti consapevoli dei rischi e come educarli. E ancora, come proteggere degli abusi e trovare l'equilibrio fra regolamentazione e autoregolamentazione (cosa va imposto e cosa no). Come, aspetto particolarmente importante, affrontare i problemi che si pone il mercato globale e aumentare la fiducia nello strumento in esame. Vi è, ci si chiede inoltre, la necessità di intervenire in materia di privacy e protezione dei dati?
SICUREZZA INTERNAZIONALE
Se i malintenzionati sono privati o organizzazioni è un conto, se si tratta di altri stati che sfruttano il Web come strumento di attacco il discorso è differente. E viene affrontato come tale a Londra. L'intenzione è quella trovare un modo per prevenire e gestire eventuali problemi di sicurezza internazionale che partono dalla Rete e dalle reti di telecomunicazioni. Una possibilità che viene definita teorica, ma che sappiamo non essere così remota. I delegati sono chiamati a stilare principi di comportamento e, aspetto interessante, a trovare una sede appropriata all'interno della quale portare avanti il dibattito. Una questione che viene trattata come maggior delicatezza rispetto alla precedenti e a proposito della quale è chiara l'intenzione di gettare le basi per una cooperazione a lungo termine.

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