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Chi comanda su Facebook?
Maschi, celibi e over 30. Sono loro i più influenti nel social network di Zuckerberg. Lo rivela uno studio di Science su come si diffonde una novità all’interno di una rete sociale
26 giugno 2012 di Martina Saporiti
Le novità si propagano come le malattie: c’è chi ne innesca la diffusione e chi è più suscettibile al contagio. E su Internet non è diverso, come spiega uno studio pubblicato su Science. Seguendo oltre un milione di utenti su Facebook, Sinan Aral e Dylan Walker della New York University, hanno tracciato l’identikit delle persone più influenti all’interno di una rete sociale e quello di chi si lascia più facilmente condizionare dalle scelte altrui. I primi, tendenzialmente uomini, oltre i 30 anni e celibi, sono coloro che si lasciano subito conquistare dalla novità e la adottano, i secondi li seguono e contribuiscono alla sua diffusione.
Quando si parla della diffusione di qualcosa di nuovo all’interno della società, non importa si tratti di un’opinione, un comportamento, un’innovazione o un prodotto commerciale, bisogna tener conto di due variabili: la presenza di individui influenti che catalizzano il processo, accelerandolo, e la suscettibilità delle persone al contagio. Conoscere il peso dell’una o dell’altra variabile, così come identificare i profili delle persone che appartengono alle due categorie, è importante per tenere sotto controllo la diffusione di nuovi comportamenti, per esempio per frenare l’uso di droghe o promuovere l’adozione di stili di vita più sani.
Data l’insufficienza di studi empirici sull’argomento, Aral e Walker si sono affidati a Facebook, dimostrando che i social media sono davvero un potente strumento d’indagine per definire le proprietà delle reti sociali. Nello studio, i ricercatori hanno monitorato la diffusione di una nuova applicazione per la recensione di film e attori seguendo un gruppo composto da 1,3 milioni di utenti. Per prima cosa hanno individuato chi scaricava per primo la app, poi hanno osservato chi si lasciava contagiare dalla scelta.
È venuto fuori che le persone più influenti, quelle che per prime utilizzano l’applicazione, sono generalmente uomini, di età superiore ai 30 anni e celibi. I giovani, al contrario, sono i più suscettibili, mentre le donne hanno maggiore influenza sugli uomini che non su altre donne.
Lo studio, inoltre, dimostra che non si può essere allo stesso tempo influenti e influenzabili: le persone più influenti tendono a essere le meno suscettibili, le persone più suscettibili le meno influenti. Resta però da capire, ammettono i ricercatori, se i risultati ottenuti possano essere generalizzabili e utilizzabili per descrivere le modalità di diffusione di nuove idee, comportamenti o prodotti commerciali all’interno delle società reali.
(Credit per la foto: GOIABA (Goiabarea) @flickr)
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