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sabato 23 giugno 2012

Il plico telematico e la nascita della scuola 2.0 - Wired.it

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Il plico telematico e la nascita della scuola 2.0
Grazie alle tracce di maturità online, l'istruzione italiana si è lanciata nell'era digitale. Sarà davvero l'alba di un nuovo inizio? Ce lo racconta la Barbara di Wired.it
22 giugno 2012 di Barbara Lazzari
Al gioco delle associazioni mentali “ scuola” porta alla mente “ antiquata”. Dei nostri anni alle superiori ricordiamo vecchi gli insegnanti, ingiallito l'intonaco delle pareti, ingobbiti i bidelli e rovinate anche le mappe inchiodate al muro.

Certo “ scuola” è anche i magnifici compagni di classe, la gita dell'ultimo anno a Parigi, le pizzette rosse mangiate a ricreazione e, non ultimo, il terribile ricordo della maturità. Lo studio matto e disperatissimo, la paura, la tensione, le gaffes, i vuoti di memoria. Tutto questo con la parola digitale spuntata in questi giorni, stona. Se poi ci mettiamo il “ plico” pare uno scherzo. Il plico digitale a scuola. È come pensare a una bici volante. Magnifica! Solo che per prendere quota bisogna lanciarsi da uno strapiombo e pedalare a più non posso.

Per noi sopravvissuti all'esame di Stato, attempati osservatori, ascoltare il Ministro Profumo spiegare la nascita del plico è stato più avvincente di un viaggio spaziotemporale. Si è passati da una preparazione di sei mesi per scrivere i testi, duplicare i testi, imbustare i testi, portare il tutto ai carabinieri e poi distribuire ogni cosa alle scuole, a una mail criptata. Ci è voluto poco, solo 89 anni.

Il plico digitale ha viaggiato in Rete coperto da un alone di mistero così fitto che neanche il più esperto nei pronostici da maturità è riuscito a penetrare. Un supereroe, il plico, che ha meritato gli onori della diretta televisiva. La scena madre, di quelle che la gente commenta con un “ see, vabbe'”, trasmessa niente meno che al Tg1, con la sovraimpressione del codice alfanumerico di 25 cifre. Pura fantascienza.
Il codice Da Vinci. Uguale uguale alla password del router, quella infinita, stampata minuscola dietro al modem che non capisci se è una lettera o un numero, quella che sembra inviolabile ma il tuo dirimpettaio l'ha già carpita.

In quella segreteria scolastica illuminata al neon, la scena deve essere stata così. Un addetto, anziano, alla dettatura del codice spiazzato di fronte alla tv, un altro, di mezza età, incaricato di inserire le cifre e sbloccare l'invio delle tracce. L'anziano scandisce una lettera alla volta con il terrore che il codice scompaia a breve. L'attempato al computer trattiene il tremolio delle mani. I presenti ammutoliti dalla tensione, Tutti tranne uno, che, polemico, interviene a sproposito, e crea il caos. Il momento è delicato, la tensione a mille. La bomba potrebbe scoppiare da un momento all'altro, il sistema potrebbe andare in pappa e la figuraccia fare il giro dello stivale in un nanosecondo.

Un esame di maturità tecnologica anche per i prof. E invece questo action movie all'italiana, con ladri di tracce d'esame, codici segreti e sistemi di criptaggio militare, ha funzionato quasi alla perfezione. È stato un bel film, oppure abbiamo assistito all'upgrade 2.0 della scuola? Io mi sono fatta prendere dalla sceneggiatura e ho pensato di cambiare la mia password wifi con una a prova di vicino di casa aka braccino corto. Ne ho pensata una che se mai dovessi rivelarla mi farà sentire una mentecatta: LachitArrAHasEICoRDe2012.

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