Non sono esattamente come Cristiano Ronaldo, Lionel Messi o Wayne Rooney, ma i robottini della RoboCup, il torneo internazionale di calcio tre contro tre riservato solo agli automi, ce la mettono tutta per emularli.
Nata nel 1997 in Giappone la competizione prevede diverse leghe a seconda dei robot e delle dimensioni. Ci sono infatti calciatori su quattro zampe, su ruote, ma i più affascinanti fanno parte della Humanoid League, cui possono partecipare solo macchine umanoidi completamente autonome. Di altezza variabile tra i 30 e i 150 centimetri, questi calciatori cibernetici devono essere in grado di raggiungere la palla e tirare ma anche di rialzarsi in caso di caduta accidentale o di un fallo intenzionale vecchio stile.
Percepire la palla, rimanere in equilibrio ed essere capaci di costruire un gioco di squadra sono le maggiori sfide affrontate dai numerosi team partecipanti ma è lo scopo finale della competizione ad essere quanto mai ambizioso: costruire entro il 2050 una squadra di androidi capace di battere i campioni del mondo in carne e ossa.
Certo, a giudicare dallo spettacolo offerto dall'edizione 2012 che si è chiusa a Città del Messico ce n'è ancora di strada da fare ma da profani è impossibile non stupirsi. I robottini si muovono ancora con passo lentissimo, tirano la palla quasi a casaccio ma pensare che facciano tutto da soli ci proietta immediatamente nel futuro.
Fa specie poi non trovare l'Italia tra i 37 team coinvolti quest'anno. Le squadre dell'Università di Palermo e dalla Sapienza di Roma hanno abbandonato ormai il gioco e sono Cina, Stati Uniti, Taiwan, Giappone, Francia, Paesi Bassi e Germania a dominare anche se non mancano vere scoperte come l' Iran, che ha schierato quattro team e l'Indonesia, con un rappresentante
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