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mercoledì 28 marzo 2012

Dopo il sorbitolo killer, quali farmaci si vendono online? - Wired.it

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Sarebbe stata una concentrazione del 70% di nitrito di sodio a uccidere Teresa Sunna. Come avevamo già ipotizzato ieri e secondo quanto confermato oggi da fonti della procura di Trani citate dall'Ansa, il sorbitolo non sarebbe direttamente collegato al decesso della 28enne che ha acquistato su eBay il composto per un test clinico sulle intolleranze alimentari. C'è stata probabilmente una contaminazione o una sostituzione sulla quale, tempi e modi, gli inquirenti stanno indagando. L'errore nel confezionamento sembra aver avuto sede in Irlanda e le autorità del paese stanno collaborando alla ricostruzione dei fatti.

Il nitrito di sodio viene comunemente utilizzato per conservare i cibi a base di carne e ha lo stesso aspetto del dolcificante precedentemente additato. E' una sostanza tossica e la dose letale per l'uomo è fissata a circa 22 milligrammi per kg di peso corporeo. Nonostante sia stato scagionato, il sorbitolo è stato bloccato sui canali eBay di tutto il mondo: provare per credere, cercandolo si ottiene la risposta " 0 risultati". Sopravvive la lunga lista di prodotti stimolanti o l'importazione di sostanze che promettono miracoli nella sfera sessuale: casi in cui l'assunzione non controllata ed eventuali sostituzioni possono creare problemi. Nell'àmbito test, ad andare per la maggiore sono quelli per ovulazione e gravidanza.

Il ruolo del gigante dell'ecommerce, trascinato a furor di cronaca nel dibattito sulla compravendita di farmaci online, è comunque marginale in un contesto globale in cui solo l'1% dei 40mila negozi di medicine censiti in Rete sarebbe legale. Il dato è dell' Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e si appoggia alle rilevazioni dell'ente statunitense di riferimento LegitScript. Nello specifico, le farmacie monitorate sono 227.792, delle quali 40.238 attive. 246 vengono riconosciute come legali, su 1.121 aleggia lo spettro dell'illegalità e per 38.947 non vi è alcun dubbio, non sono a norma. Quest'ultima definizione fa riferimento a portali dediti a truffe informatiche, a vendita senza richiesta di valida prescrizione, all'assenza di licenze e alla commercializzazione di farmaci non autorizzati. E' sufficiente una semplice ricerca su Google per rendersi conto che ad andare per la maggiore è la promessa di invio di pillole generiche a buon mercato con gli stessi princìpi delle medicine famose senza richiesta di ricetta.

L'Aifa ha inoltre riscontrato con il supporto dell' Istituto Superiore di Sanità che il 50% dei farmaci acquistati in Rete, escludendo i negozi online dediti alla truffa informatica, risulta contraffatto. Trattasi di prodotti importati, essendo in Italia vietata la compravendita di questa tipologia di prodotti online. Nel nostro paese il fenomeno è limitato allo 0,1% della merce, anche se solo il 41% del campione interrogato dall'Aifa è a conoscenza di quanto previsto dalla normativa vigente. C'è, per ora, scarso interesse per acquisti di questo genere: secondo Gfk Eurisko, non più del 13% dei nostri connazionali è interessato a comprare medicine con mouse e tastiera alla mano e il 42% non è disposto a sfruttare la Rete per evitare di dover esibire la ricetta. La direttiva 2011/62 dell'Ue sull'argomento verrà recepita nel 2013 e contribuirà a soffocare ulteriormente il fenomeno. Da sottolineare, guardando il lato geografico della questione, che sono i paesi in via di sviluppo a trascinare la tendenza, con il 20-30% della merce contraffatta, che diventa 50% nei periodi di crisi.

(Credit per la foto: Randy Faris/Corbis)

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