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domenica 25 marzo 2012

Quando lo shopping è una dipendenza - Wired.it

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Quando lo shopping è una dipendenza
Anche a causa dell’ecommerce, l’acquisto compulsivo è oggi nel novero delle nuove dipendenze. A Genova aprirà una sede del Sert per curare chi ne è affetto
24 marzo 2012 di Francesco Musolino
Quando Sophie Kinsella scrisse I love shopping, libro-bestseller mondiale, probabilmente non poteva immaginare che l’atto di comperare qualcosa per alleviare un malumore o una delusione, mutasse prima in una vera e propria passione, poi in una mania e infine in una malattia che necessita di una vera e propria cura.

Eppure proprio oggi è stato reso noto che il SERT (Servizi per le Tossicodipendenze) offerto dalle Aziende Sanitarie Locali, registra un aumento costante di “intossicazioni da shopping compulsivo”. Evidentemente i tempi cambiano perché se un giorno i SerT si occupavano esclusivamente della lotta alla droga, soprattutto all’eroina con programmi di graduale reinserimento nella società, oggi si prendono in cura soggetti che non riescono a placare il desiderio di comprare qualcosa: le donne preferiscono scarpe e accessori, gli uomini smartphone e gadget tecnologi.

Visto il fenomeno dilagante e la necessità di studiarlo con cura, a Genova aprirà presto una sede del Sert dedicata in modo esclusivo alla sindrome da shopping compulsivo che può assumere le forme più disparate e condurre i soggetti persino a comprare oggetti inutili o in serie, per poi riporli e dimenticarli negli armadi. La rete ha dato una spinta enorme al problema, grazie all’anonimato, all’immediatezza dell’acquisto e alla possibilità di comprare praticamente qualsiasi cosa a prezzi più o meno modici. Impazzano i blog dove si danno consigli per gli acquisti, ma soprattutto c’è anche chi afferma candidamente, magari svalutando il problema: “Ormai è ufficiale: comprare anche una piccola cosa al giorno mi rende felice” (da Shopping, che passione!).

E se non si acquista nulla? Lo shopping compulsivo o “dipendenza da acquisti” è ormai equiparato ad una patologia compulsiva, se difatti può bastare anche un semplice acquisto da pochi euro per placare la smania e far tornare il sorriso, laddove non si possa placare la sete da shopping si va incontro ad ansia, irritabilità e depressione. La Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive sottolinea che il 90% dei pazienti è di sesso femminile ma gli uomini affetti tendono ad aumentare. Secondo gli esperti dopo l’acquisto – che viene effettuato in modo prioritario e come risposta ad uno stimolo improvviso e non prorogabile a scapito della sfera finanziaria ma anche affettiva – può subentrare un senso di colpa e di frustrazione, non appena si ha la cognizione di essere incappati in una serie di errati acquisti. Tuttavia la consapevolezza è solo momentanea e non è sufficiente per la guarigione. Anzi, l’oggetto acquistato perde valore e ben presto diventa necessario soddisfare un nuovo impellente desiderio.
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