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martedì 27 marzo 2012

La filosofia dopo Socrate: Megarici, Cinici e Cirenaici - Appunti e scuola gratis - Oilproject

La filosofia dopo Socrate: Megarici, Cinici e Cirenaici

inserita il: 24/03/2012

categoria:

Filosofia antica

relator: Jacopo Nacci

Lezione a cura dello Staff di Oilproject

Descrizione

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I cosiddetti socratici minori sono i megarici, i cinici, i cirenaici, dei quali i primi maestri furono rispettivamente Euclide di Megara (circa 450 a.C – circa 380 a.C.), Antistene (circa 436 a.C. – circa 366 a.C.) e Aristippo (435 a.C. – 366 a.C.).
La scuola megarica dà forma a una sintesi tra socratismo ed eleatismo sulla base dell’idea socratica dell’identità delle virtù in un’unica virtù, il Bene, che i megarici identificano con l’Essere eleatico. La scuola megarica è nota per i due famosi paradossi del mentitore e del sorite, che mettono in rilievo problemi legati al linguaggio.
I cinici rifuggono gli agi, il piacere, le comodità, che possono allontanare dalla virtù, la quale consiste nell’autosufficienza e nell’autocontrollo, nel ridurre i bisogni al minimo; il che, nella pratica, li spinge a darsi a una vita randagia. Figura emblematica del cinismo sarà Diogene di Sinope, definito da Platone “un Socrate impazzito”.
Alla base di questa concezione della virtù v’è la concezione di Antistene, allievo di Gorgia oltre che discepolo di Socrate: è famosa la sua affermazione rivolta a Platone “Vedo il cavallo, ma non vedo la cavallinità”, con riferimento polemico alla dottrina delle idee. Antistene giunge alla generale conclusione che non si possa predicare nulla di nulla tranne la tautologia: solo i sostantivi significano; i cinici, dunque, portano alla dissoluzione l’interrogazione socratica riducendola a epifenomeno della riflessione e riducendo se stessi ai propri corpi biologici.
Aristippo, il primo dei cirenaici, identifica bene e piacere da un lato, e sensazione e conoscenza dall’altro. Anche qui, dunque, come presso i cinici, c’è una riduzione dell’intellegibile al sensibile.

Video lezione

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