VERONA - Una vita dedicata allo studio della letteratura, all’insegnamento dei classici greci e latini. Una passione, quella per l’umanistica, che ha mantenuto anche una volta ritirata dal mondo della scuola dove ha lavorato come insegnante e preside. Così, Meira Moyse, nata sull’isola di Cherso (Croazia) 89 anni fa quando era territorio del Regno d'Italia, ha deciso nel 2006 di iscriversi nuovamente all’università, esattamente sessant’anni dopo aver conseguito la prima laurea, in Lettere antiche all’università di Padova. «Allora lavoravo già - racconta Meira - i bidelli mi vendevano gli appunti e andavo a Padova solo per fare gli esami. Questa volta ho potuto frequentare le lezioni». E così si è laureata pienamente «in corso», con 110 e lode, prima nella triennale di Filosofia e poi, nella magistrale di Scienze Filosofiche all’Università di Verona. Oggetto della sua tesi di laurea, Francesco Patrizi, filosofo platonico vissuto a Cherso nel sedicesimo secolo (quando l'isola era territorio della Repubblica di Venezia), suo lontano antenato. La biografia della neolaureata racconta molto della storia contemporanea. Compiuti gli studi magistrali nella Dalmazia allora italiana, diventa esule in seguito alla presa del potere da parte del maresciallo Tito. Dopo essersi rifugiata in Friuli, si trasferirà a Verona a seguito del suo matrimonio. «Ho deciso di iscrivermi all’università per darmi un progetto di vita nella mia terza età - racconta - mi ha aiutata a tenere la mente in esercizio. Un’esperienza che consiglio a tutti».
D.O.
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