“Scolpire” l’infinita potenzialità della materia prima linguistica di Lawrence Weiner (New York, 1942) con l’interazione emotiva e cognitiva è un’operazione istintiva. Quasi inevitabile, per l’ansia innata di inferenza vitale di ogni essere, e che riconferma la specificità “calda” e non puramente metalinguistica, ad alta temperatura esistenziale, della via al concettuale di Weiner, stavolta incentrata sul tempo. Ancora il cronos, quello lento e implacabile di una morte annunciata, al centro degli scatti e del video di Glen Rubsamen (Los Angeles, 1959).
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