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venerdì 23 marzo 2012

Articolo 18, cosa cambia per le startup - Wired.it

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Articolo 18, cosa cambia per le startup
Flessibilità, scelta dei collaboratori, pianificazione della strategia: la nuova normativa sui rapporti di lavoro al vaglio potrebbe favorire gli startupper. Ecco come
- Valore legale della laurea: il referendum è in Rete
22 marzo 2012 di Emil Abirascid
Avere la possibilità di selezionare i collaboratori con maggiore efficacia senza il timore che se si assume la persona sbagliata è poi difficile, se non quasi impossibile, tornare indietro, è certamente utile a qualsiasi azienda. Poter pianificare strategie di crescita anche molto rapide senza dover temere di superare troppo rapidamente soglie legate al numero di dipendenti potendo contare su una normativa valida sempre è un vantaggio non da poco. Sono forse questi i due elementi che principalmente hanno riverbero sull’economia delle startup innovative il cui sviluppo si basa proprio sulle competenze e il capitale umano e sulla possibilità di crescere in modo scalabile il più rapidamente possibile secondo l’idea che una startup tecnologica è una multinazionale che muove i primi passi.

Sono questi due aspetti che facilitano quindi la vita delle startup, almeno di quelle che hanno superato la fase dell’ early stage quando a lavorarci sono soprattutto i soci e quindi la gestione dei dipendenti è elemento non contemplato.

Così è possibile declinare l’impatto che le modifiche definite dal governo nell’ambito delle norme che regolano i rapporti tra datori di lavoro e lavoratori hanno sulle startup innovative. È importante che i contratti di riferimento siano quelli che garantiscono il massimo dell’impegno verso il lavoratore ma è anche fondamentale che il lavoratore sia altrettanto impegnato verso l’azienda che lo assume e che sia la persona con le giuste competenze che servono alla startup per crescere, in assenza di queste condizioni è vitale che il rapporto possa essere sciolto senza traumi né da una parte né dall’altra.

Un fattore che invece potrebbe apparire critico è l’abolizione degli stage gratuiti i quali rappresentano una risorsa sia per le startup che soprattutto nelle prime fasi hanno ridotte risorse per assumere ma grandi necessità di supporto operativo, sia per gli studenti che possono mettere a curriculum le prime effettive esperienze professionali. La nuova norma fa riferimento agli stage post laurea, non parla quindi di quelli che alcuni atenei richiedono come percorso formativo da effettuare prima della laurea (così per esempio accade per gli studenti della Bocconi), sarebbe forse il caso che tutte le Università adottassero questo sistema che porterebbe vantaggi a tutti senza violare l’impostazione delle normative.

Insomma il rinnovamento delle leggi sul lavoro ha naturalmente impatto anche sulle startup ed è un impatto che appare in linea generale positivo,non vi è però norma che possa regolamentare la capacità di individuare le persone giuste da assumere, forse l’unica regola che un bravo manager dovrebbe seguire quando deve selezionare qualcuno è preferire coloro che mostrano di essere più bravi e preparati anche di egli stesso.

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