“Gaga who?”, ha titolato il Times qualche settimana fa: la vera regina del pop si chiama sempre Madonna, tornata sulla scene a quasi quattro anni di distanza dall'ultimo lavoro Hard Candy con MDNA, il suo dodicesimo album in studio, il primo per Interscope. Farsi spazio all'interno di un panorama musicale così commisto, differenziato e in continuo divenire come quello attuale non è semplice neanche per la Material Girl, impegnata a fronteggiare le numerose meteore che di tanto in tanto cercano di sottrarle la luce dei riflettori, per poi puntualmente vedere la propria stella spegnersi in breve tempo (leggasi proprio Lady Gaga, la più temibile tra le sue avversarie, se non altro a livello di vendite).
MDNA parla di peccati, errori, perversioni, passioni, amori finiti e rimpianti. Il disco vanta un team di respiro internazionale alla produzione: l'italiano Benny Benassi e suo cugino Alle Benassi, poi William Orbit, Klas Ahlund, Free School, e ancora Mika, Nickj Minai e MIA, senza dimenticare Demacio “Demo” Castellon, noto come The Demolition Crew, al missaggio e Marting Solveig. Proprio quest'ultimo spiega la genesi del titolo MDNA: “Ci siamo divertiti con le iniziali, M.I.A. le disse che MDNA sarebbe stata un'ottima abbreviazione del suo nome, poi abbiamo compreso che ci sono molti modi per dare un significato a quelle iniziali - il più importante potrebbe essere il DNA di Madonna. Non c'è nessuna intenzione di promuovere le droghe, eccetto quelle innocue ed eccitanti, come la musica”.
L'inizio con Girl Gone Wild non sembra promettente, ma serve più di un ascolto per iniziare a gradirla: è la dichiarazione programmatica di MDNA, che rispecchia in pieno quel rifiuto della cultura cattolica che l'ha contraddistinta fin dagli esordi. Aggressiva e davvero originale la seguente Gang Bang (spicca la firma di Mika come co-autore), senza dubbio la più interessante del disco, che conquista con un ossessivo e isterico ritmo techno-noir e con un plastico dubstep che mostra il lato più volgare e sexy di una popstar ancora capace di soprendere. Siamo in un vero e proprio thriller: colpi di pistola, pneumatici che sgommano, sirene della polizia: un delitto passionale senza pentimento ma anzi con grande godimento e con il desiderio di poterlo rifare. Nuda e cruda, più spregiudicata che mai e per questo rimossa dalla versione “per famiglie” venduta da Walmart.
Incomprensibile la scelta di I'm Addicted come terzo brano, caratterizzato da atmosfere cupe e synth per nulla convincenti. Turn Up the Radio, prodotta da Martin Solveig, è solare e allegra, ma non incide particolarmente; non delude invece Give Me All Your Luvin' (feat. M.I.A. & Nicki Minaj), primo singolo estratto da MDNA, che con i suoi cori da majorette ha portato l'album in cima alle classifiche di 49 paesi in sole dodici ore, battendo qualsiasi record di download su iTunes. Some Girls è ruvida e accativante, Superstar è romantica, anche se scontata (il partner viene paragonato a divi del cinema o grandi personaggi storici). In un certo senso, spiazza I Don't Give A (feat. Nicki Minaj) perché è un rap alla American Life appesantito dalla (purtroppo) onnipresente e ingombrante Nicki Minaj e da un ingiustificato coro epico nel finale: Madonna se ne frega delle opinioni altrui, questa è soltanto l'ennesima occasione per ribadirlo.
I'm a Sinner è la pietra dello scandalo di MDNA, come se Like A Prayer fosse stata scritta nel 2012: suona come Ray Of Light e Beautiful Stranger, ma soltanto per prendersi gioco di alcune figure sacre con la stessa spensieratezza di una bambina che intona un'innocua filastrocca. Molto buona Love Spent, a metà strada tra il country pop di Music e la dance di Confessions On A Dance Floor; riproposta poi Masterpiece, vincitrice di un Golden Globe come Miglior canzone originale, già presente nella colonna sonora del film W.E. - Edoardo e Wallis, diretto proprio da Madonna. In chiusura Falling Free, lenta, dolce e malinconica, è stata scritta a quattro mani con suo cognato Joe Henry e valorizza un suo cantato quasi alla Evita, accompagnato soltanto dal beat di William Orbit.
Nella versione deluxe di MDNA sono presenti altre cinque tracce: Beautiful Killer, storia di una donna innamorata dell'uomo che presto sarà il suo assassino; la delicata I Fucked Up, in cui Madonna ripensa agli errori commessi, quelli che hanno appunto rovinato tutto (più che probabile il riferimento alla rottura con Guy Ritchie); la gioiosa B-Day Song (feat. M.I.A.) è la migliore maniera per festeggiare il proprio compleanno, anche se del tutto fuori tema rispetto all'album; Best Friend rievoca una grande amicizia ormai perduta, ma senza alcun rimpianto; infine, chiude un remix di Give Me All Your Luvin' degli LMFAO. MDNA è un diamante dalle molteplici sfaccettature, un disco volontariamente eterogeneo in cui la voce di Miss Ciccone riesce perfettamente a evidenziare i contorni di queste differenti sonorità, in un certo senso favorendole. Un buon album, tradizionale, non troppo complesso né rivoluzionario, sicuramente non innovativo rispetto ai precedenti, ma proprio per questo più vicino all'essenza e alla vera personalità della quasi 54enne Queen Of Pop, che vuole presentarsi così all'attuale pubblico mainstream. “Gaga who?”...
Ecco il video di Give Me All Your Luvin' (feat. M.I.A. & Nicki Minaj), primo singolo estratto:
venerdì 23 marzo 2012
MDNA, il nuovo album di Madonna in anteprima | VAVEL.com - Italia
via vavel.com
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