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sabato 11 febbraio 2012

Il ministro Clini: "Recupero della plastica, un affare non solo per l'ambiente" - Wired.it

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Il ministro Clini: "Recupero della plastica, un affare non solo per l'ambiente"
Al lancio della nuova campagna video di Corepla, il ministro auspica che il riuso del materiale diventi un progetto industriale
10 febbraio 2012 di Daniela Cipolloni

La plastica non muore mai. Tutto ciò che buttiamo nei cassonetti può rivivere in altre forme. Dieci bottiglie in PET fanno un maglione. Sette vaschette portauova possono tenere accesa una lampadina da 60 Watt per un’ora e mezza. 700 flaconi di detersivo e mille sacchetti della spesa bastano per costruire una cabina da spiaggia. Al grido di “La plastica. Troppo preziosa per diventare un rifiuto”, il Corepla, Consorzio per il recupero e il riciclo della plastica, ha lanciato a Roma la nuova campagna di sensibilizzazione, ideata dall’agenzia pubblicitaria Lowe. Cartelloni in stazioni, aeroporti e metro, inserzioni sui giornali, mini spot televisivi da 10 secondi per motivare cittadini alla raccolta differenziata.

Il trend è positivo. “ In Italia raccolta differenziata degli imballaggi in plastica ha registrato un incremento del 7% nel 2011, sfiorando le 660 mila tonnellate. E il riciclo effettivo è cresciuto oltre le 390.000 tonnellate, segnando un più 11%”, ha detto Giuseppe Rossi, presidente Corepla. Una ricchezza per l’ambiente che si traduce anche in termini economici. L’indotto per i Comuni, che percepiscono dal Consorzio dei corrispettivi, a fronte dei maggiori oneri sostenuti per il servizio di raccolta, ha sfiorato i 160 milioni di euro. “ Ma c’è ancora molto margine di miglioramento – ha sottolineato Rossi – visto che la produzione di imballaggi in plastica è di circa 1 milione e 500 mila tonnellate e la raccolta è vicina al 50 per cento”.

“ Dobbiamo facilitare il processo di ‘circular economy’, la logica del riuso”, ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, intervenuto alla conferenza. “ Vale la pena pensare a una generazione successiva. Aprire il mercato ad altri operatori, purché rispettino tutti gli stessi obblighi”. Il tema delle liberalizzazioni è rovente anche in questo settore. All’articolo 26 del decreto, infatti, è stata inserita la possibilità per i produttori di uscire dal consorzio unico Conai, organizzando autonomamente raccolta e riciclo. La nota dolente? Non sono state fissate quote obbligatorie di recupero, il che potrebbe minare l’intero sistema. Alcuni parlamentari hanno proposto di stralciare l’articolo, ma Clini non ha intenzione di cedere: “Va solo riequilibrato, in modo che siano garantite condizioni paritarie in termini di concorrenza, facendo entrare tutti nella filiera industriale con le stesse responsabilità e gli stessi obblighi, senza escludere i Comuni da questa partita”, ha spiegato.

Se ne discuterà ancora il 5 marzo in Senato, ma è chiaro che per il governo è tempo che la plastica (e la bioplastica) torni a essere un settore trainante dell’economia italiana. “ Non è più un argomento che riguarda la gestione dei rifiuti”, ha detto Clini. “ Riguarda processi industriali che aiutano la crescita sia in termini di produzione, sia per il risparmio di energia e materia prima”.

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