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giovedì 9 febbraio 2012

E se anche le rinnovabili riscaldassero il pianeta? - Wired.it

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E se anche le rinnovabili riscaldassero il pianeta?
Le energie pulite non inquinano, ma dissipano calore. Nei prossimi secoli, secondo alcuni esperti, grandi impianti solari ed eolici potrebbero alterare il clima
08 febbraio 2012 di Daniela Cipolloni
Non solo gas a effetto serra. A innalzare le temperature globali, in minima parte, contribuisce anche un altro fattore, finora trascurato (e trascurabile): il calore di scarto che viene dissipato nella produzione d’energia. È un problema d’entropia, e non c’è niente da fare. La benzina, oltre a muovere l’automobile, scalda il motore. L’elettricità che alimenta il computer, l’iPad o lo smart-phone su cui stai leggendo questo articolo surriscalda i circuiti. Di fatto, una bella quota d’energia per svolgere le attività quotidiane se ne va in calore di scarto. Neanche le fonti pulite, come eolico e solare, sfuggono alla seconda legge della termodinamica. Se si porta all’estremo questo ragionamento, si arriva a quello che un articolo sul NewScientist definisce “ il paradosso delle rinnovabili”. Non generano emissioni inquinanti, come i combustibili fossili. Eppure, su vasta scala e a lungo termine, le energie verdi potrebbero per assurdo causare alterazioni climatiche.

Allo stato attuale, il problema non si pone. Oggi il pianeta si sta surriscaldando perché non c’è più equilibrio tra la radiazione solare che arriva sulla Terra, pari a 120mila terawatt (1 terawatt equivale a mille miliardi di watt), e quella che fuoriesce: la somma dovrebbe essere zero. Invece, a causa dell’anidride carbonica che viene pompata nell’atmosfera dalla rivoluzione industriale in poi si è creata una “cappa” che trattiene circa 380 TW di calore. Risultato: il pianeta si sta scaldando. Rispetto ai danni delle emissioni di CO2, la quota del calore di scarto derivante dalle attività umane nel loro complesso (centrali, industrie, automobili, lampadine, climatizzatori, apparecchi elettronici di tutto il mondo) è ridicola: appena 16 TW. Tuttavia, la domanda di energia globale sta aumentando. I paesi emergenti puntano a conquistare il benessere delle nazioni più ricche. E se ogni abitante della Terra vivesse come un americano medio, dovremmo produrre una quantità d’energia 10 volte superiore.

Proviamo a immaginare che la domanda di energia schizzi a 5mila TW (più di venti volte i livelli attuali). In questo scenario, secondo i calcoli di Eric Chaisson, dell’Harvard Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge, il calore di scarto dissipato dalle attività umane non sarebbe più irrilevante. Provocherebbe un aumento delle temperature di 3 °C, con conseguenze catastrofiche. “ Questo colossale fabbisogno energetico può sembrare implausibile”, scrive il NewScientist, “ ma se i nostri consumi continuano a crescere esponenzialmente, del 2 per cento all’anno nell’ultimo secolo, nonostante l’aumento dei prezzi, potremmo raggiungere questa soglia nel 2300”.

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