In Italia si stima che, a oggi, siano stati installati più di 50 milioni di moduli solari fotovoltaici, i dispositivi che trasformano l'energia del sole in elettrica. Messi uno accanto all'altro, coprirebbero un’estensione di 75 km quadri; il loro numero è ovviamente destinato a crescere nei prossimi anni. Spesso ci si chiede che cosa fare dei moduli, una volta giunti a fine vita. Una questione che, evidentemente, si è posta anche la Ue, data la recente modifica della direttiva 2002/96/CE sui Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) che stabilisce l'obbligo del riciclo anche per i moduli fotovoltaici. Questi dispositivi, in realtà, sono riciclabili quasi al 100% e il materiale che se ne ottiene può essere recuperato per la realizzazione di nuovi moduli.
Stiamo parlando del vetro che ricopre e protegge il modulo e che ne costituisce il 70% del peso; dell’alluminio delle cornici; del silicio, il semiconduttore che rappresenta la materia prima del modulo; di elementi come argento e rame, impiegati per la realizzazione dei contatti elettrici. Questo problema non è ancora impellente, ma inizierà a essere forte nei prossimi decenni. Infatti, un impianto fotovoltaico dopo circa 25-30 anni si avvia verso la fine del proprio ciclo di vita perché produce meno energia rispetto ai primi anni di attività: dopo 30 anni di funzionamento il 70% in meno e dopo 50 anni circa il 50% in meno. Va quindi dismesso e smaltito correttamente, come tutti gli altri rifiuti elettrici ed elettronici.
Il riciclo dei rifiuti elettronici in Europa
Attualmente la quantità di rifiuti fotovoltaici in Europa è ancora contenuta, pari a circa 4.000 tonnellate l’anno, ma il loro ammontare è destinato a crescere fino a superare le 132.000 tonnellate entro il 2030. Per far questo, sono attive alcune linee di riciclo in varie parti del mondo (non ancora in Italia). Il modulo fotovoltaico viene inserito in un forno speciale e subisce un processo termico che dura quattro/cinque ore e arriva a temperature di alcune centinaia di gradi. Alla fine di questo processo, il vetro che ricopre il modulo può essere separato dalle altre componenti e si riottiene il materiale con cui produrre nuovi moduli fotovoltaici.
Un elemento importante è il costo energetico dell'intero processo: l’energia necessaria per realizzare un nuovo modulo a partire dal materiale riciclato è inferiore a quella necessaria per produrlo ex-novo.
Il riciclo dei moduli installati in Italia
In Italia il Cobat ( www.cobat.it), il Consorzio nazionale che si occupa del riciclo di pile, accumulatori e rifiuti elettrici ed elettronici , sta collaborando con diversi produttori nazionali di moduli per realizzare la prima filiera italiana di riciclo dei moduli. In tal modo viene garantito anche ai clienti italiani il ritiro e il successivo riciclo dei moduli.
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