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sabato 18 febbraio 2012

E Vattimo sbeffeggiò l'Essere: è come un mobile con le tarme - Corriere.it

FILOSOFIA

E Vattimo sbeffeggiEssere:
ome un mobile con le tarme

Il pensatore critica le posizioni del nuovo realismo

Non ci sono fatti, solo interpretazioni. Anche questa n'interpretazione tuonava piun secolo fa quella bestia bionda di Friedrich Nietzsche, e oggi Vattimo continua a ripeterlo con una certa acribia anche se (a eccezione forse di qualche bramino) in molti si ostinano (loro malgrado) a sperimentare quanto la realtia dura a morire. Se si legge il suo ultimo libro, Della realtFini della filosofia (Garzanti), la volonti Vattimo di dissolvere la realt cosadicale che finisce con il dissolvere perfino la realti un suo ex allievo, e ora durissimo rivale, come Maurizio Ferraris sostenitore del cosiddetto nuovo realismo. Insomma, Vattimo non lo cita mai, per quanto sia evidente che uno dei principali obiettivi polemici del libro sia proprio l'esistenza di Maurizio Ferraris in quanto tale. Si potrebbe obiettare: ma questa forma di gossip teoretico cosa c'entra con un testo e con la sua analisi critica? In teoria nulla, se non fosse che o stesso Vattimo a giustificare una lettura sospettosa delle diatribe filosofiche: Persino il richiamo all'oggettivitelle cose come sono in stesse pesa solo in quanto na tesi di qualcuno contro qualcun altro, e cion quanto na interpretazione motivata da progetti, insofferenze, interessi anche nel senso migliore della parola (p. 95).

Gianni VattimoGianni Vattimo
Chi, come chi scrive, ha frequentato a lungo le lezioni di Vattimo, si divertiva molto a sentire il maestro riassumere la sua posizione con l'affermazione: L'Essere amolato, un modo piemontese per dire che l'Essere ha le tarme. Con Heidegger, Vattimo sostiene: la conoscenza non deguazione di un soggetto all'oggetto, l'Essere della filosofia non va pensato come un ente o come un dio presente che sta dinanzi a noi (o pisso sopra di noi in posizione di dominio).

L'Essere n progetto dentro il quale l'uomo a sempre gettato. Esempio: se scrivessimo che esistono gli ippogrifi, ci prendereste per scemi non perchvete esplorato in lungo e in largo e nel tempo e nello spazio l'universo al punto da escludere radicalmente l'esistenza di questi animali metavalli e metrifoni, ma perchiviamo in un mondo nel quale si sa giin partenza, e sulla base di qualche confortevole pregiudizio, che gli ippogrifi non esistono. Quando si nasce si ereditano un linguaggio, delle credenze e dei significati che consentono all'uomo di articolare un discorso all'interno del quale (e questo n interessante paradosso su cui Vattimo spesso si concentra nel suo libro) ci si purfino illudere di essere realisti. Scrive Vattimo in Della realtFini della filosofia (p. 46): In quanto esistenti, dunque, noi siamo sempre bestimmt, intonati, orientati secondo preferenze e repulsioni, mai semplicemente-presenti ( vorhanden ) in mezzo agli oggetti (...). Questa 'idea di esistenza come "progetto".

Maurizio Ferraris (1956), ex allievo di Vattimo, rofessore di Filosofia a Torino. Dirige la Rivista di estetica ed el comitato direttivo di aut aut.Maurizio Ferraris (1956), ex allievo di Vattimo, rofessore di Filosofia a Torino. Dirige la Rivista di estetica ed el comitato direttivo di aut aut.
Non stupirebbe, a questo punto del discorso, intravedere peralche manina alzata pronta a obiettare: quello che sostiene Vattimo n fatto, non un'interpretazione; si sta contraddicendo, anche lui finisce col descrivere obiettivamente la struttura dell'Essere. Ed uesta osservazione, una variante dell'obiezione antica contro lo scetticismo (affermare l'impossibilitella verit una verit a rendere conturbante Della realtFini della filosofia. Perchattimo risponde innanzitutto rivendicando, con Nietzsche, il carattere interpretativo della sua posizione per poi chiedersi un po' stupito (p. 85): L'argomento logico contro lo scetticismo ha mai convinto qualcuno ad abbandonare le sue "convinzioni" scettiche?. Non siamo all'anything goes, all'idea che tutto vada bene, ma all'insistenza che un banale errore logico non possa liquidare l'approdo nichilista a cui iunta la storia della filosofia, il destino dentro il quale l'uomo ettato e dove tenta di progettare la realthe piidera. Nulla di nuovo. Ma forse qualcosa di noioso e di inquietante. Noioso perchcome scriveva il grande poeta polacco Czeslaw Milosz, il nichilismo rmai diventato una prerogativa della cultura di massa, nonchl segno di riconoscimento delle menti ordinarie; e inquietante perchrazie a idee come queste, e stranamente in nome di un'istanza di libertomune alle avanguardie dei primi del Novecento, Heidegger divenne nazista e Vattimo, che lo difende dicendo che si autofraintese, oggi invita a boicottare Israele, abbraccia Fidel Castro (Gli ho preso il viso tra le mani - raccontcon qualche lacrima agli occhi), sostiene che con l'11 settembre: Gli americani hanno fatto esperimenti sul proprio popolo; eccetera.

Un’opera di Giorgio de ChiricoUn’opera di Giorgio de Chirico
Se si rigetta la possibiliti una teoria vera e propria, il rischio oncepire il pensiero come sostanzialmente asservito e dipendente dalla vita o dalla storia e, senza voler fare una reductio ad Hitlerum (una teoria non onfutata dal fatto che le apitato di essere condivisa da Hitler), sembra che la posizione di Vattimo, ragionevole in teoria (l'Essere amolato), in pratica corra il rischio di dimenticarsi dell'Essere per assolutizzare le camole e i rosicchiatori della realtNon na situazione tanto allegra anche perch'alternativa (classica e platonica) per sfuggire a questo pericolo non iettante: non divulghiamo nel dettaglio come stanno le cose, il nichilismo, eccetera, perchuesta visione ncompatibile con la vita e al suo posto edifichiamo miti e nobili menzogne dentro i quali costruire un mondo decente ma falso. Entrambe le posizioni sono insieme conservatrici e rivoluzionarie. Scrive ancora Vattimo in Della realtFini della filosofia (p. 109): Proporre un diverso ordine storico-sociale, anche a partire dall'insoddisfazione per alcuni aspetti del paradigma vigente, ossibile non certo con argomenti "cogenti" di tipo ostensivo - "ti mostro che" - ma solo con discorsi edificanti - "non ti pare che sarebbe meglio se".

Tutto finisce quindi col dipendere da una decisione. E la decisione pusere pieno efficace a seconda di quanto siamo spregiudicati o di quanto siamo capaci di porci in ascolto dell'essere e dei progetti che l'essere ha in serbo per noi. Liberati dalla realtfiniamo coson il diventare vittime della propaganda.

Edoardo Camurri17 febbraio 2012 | 18:16 RIPRODUZIONE RISERVATA

Il libro
• Il libro Della realtFini della filosofia di Gianni Vattimo dito da Garzanti (pp. 220, e 18) e uscirn libreria il 23 febbraio
• La tesi del libro he la realt sempre una costruzione sociale. Solo diventando consapevoli della natura sociale della realtotremo diventare davvero liberi. Partendo da Heidegger e Nietzsche, Vattimo rende radicale la sua riflessione
• Gianni Vattimo ato nel 1936 a Torino, dove si aureato con Luigi Pareyson. Dal 1964 insegna all’Universiti Torino. Ha diretto la Rivista di estetica e ricevuto varie lauree honoris causa. Ha ottenuto il premio Hannah Arendt e la President’s Medal della Georgetown University ed rande Ufficiale al Merito della Repubblica italiana. Nel 2009 tato rieletto al Parlamento europeo

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