DAILY WIRED NEWS INTERNET
Disoccupazione, qualche aiuto dai social network
I senza lavoro in Italia sono 2,2 milioni, secondo gli ultimi dati Istat. E in molti sono giovani. Avere un buon cv non basta: le aziende controllano anche i profili social. Ecco alcune dritte
31 gennaio 2012 di Silvio Gulizia
Altre 20mila persone, in un anno, sono rimaste senza lavoro. Il numero di disoccupati in Italia è salito nel periodo dello 0,9%, attestandosi a quota 2,2 milioni di persone. Sempre più persone si gettano così alla ricerca di lavoro tramite Web, pensando che questo sia uno strumento in grado di semplificare la ricerca. “Per certe categorie, come top manager o chi vuole lavorare nella comunicazione digitale, il Web è sempre più funzionale - spiega Eugenia Burchi, Social Media Analyst di Blogmeter - Per gli operai o giovani senza istruzione è meno vero, anche se possono spesso fare riferimento alle pagine Facebook delle aziende a cui sono interessati”. Il problema è che Internet, in tempi di crisi, ha reso la ricerca di lavoro una competizione.
“Se i tradizionali strumenti di ricerca, come referenze, giornali e siti di offerte di lavoro e di aziende restano gli strumenti più usati per trovare lavoro - spiega Burchi - oggi la ricerca di lavoro tramite i social network ha raggiunto una quota del 16%”. Tramite i social network però non si trova solo lavoro, ci si valuta reciprocamente. Secondo i dati raccolti da Blogmeter il 66% delle persone ha bocciato un datore di lavoro per via di informazioni trovate online. E le aziende fanno lo stesso con i candidati. “C’è un problema di reputazione online - spiega Eugenio Amendola, Managing Director di Anthea Consulting - L’azienda prima di assumere va sistematicamente su social media per una valutazione più completa, perché i nostri profili dicono di più e sono molto più veritieri di un cv o un colloquio”.
Occorre quindi privilegiare la cura dei propri profili web a quella del proprio curriculum vitae? “La cosa più importante è la lettera di presentazione - risponde Burchi - Il cv è superato, chi vuole trovarci ci cerca sul Web. Per questo occorre presentarsi bene e inserire i link giusti. Segnalando anche eventuali interessi diversi da quelli del settore per cui ci candidiamo. Se abbiamo un blog o un account Twitter interessante è utile segnalarlo”. Questo richiede quindi una tutela dei propri profili: “Le aziende osservano i social network e bisogna sapersi proteggere, nascondendo i profili che possono creare problemi e avendo riguardo per la nostra privacy”.
”Il lavoro si trova anche sul Web, sempre di più - afferma Burchi - Principalmente attraverso LinkedIn, ma stanno crescendo anche Twitter e Facebook”. Ci sono poi strumenti ad hoc come Viadeo, BranchOut o Jobnaut. Un buon curriculum in sostanza non basta più. Perché se è vero che la segnalazione resta il miglior modo per entrare in un’azienda, è anche vero che “i social network offrono la possibilità di segnalarsi e raccomandarsi sulla base del proprio profilo”, analizza Amendola.
Come? “I social network aiutano a comunicare se stessi - spiega Amendola - Attraverso la cura del profilo e dei collegamenti è possibile rafforzare il proprio brand personale e oggi un’identità digitale rende molto più forte un’auto-candidatura. L’interazione con il profilo dell’azienda in cui si vuole lavorare, i collegamenti con i dipendenti di questa sono i mezzi migliori per farsi conoscere”. Meglio seguire qualche semplice regola d’oro per sfruttare al meglio i social network.
(Credit per la foto: Bernd Vogel/Corbis)
Nessun commento:
Posta un commento