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sabato 11 febbraio 2012

L’occhio digitale che sfida i vulcani [foto] - Wired.it

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Le polveri vulcaniche non fanno più paura a chi vola. Lo spettro di una nube come quella prodotta nel 2010 dal vulcano islandese Eyjafjallajökull sarà tra poco dissolto da Avoid (Airborne Volcanic Object Imaging Detector), un cilindro di circa 50 centimetri montato sotto l’ala. Lo strumento è dotato di due fotocamere a infrarossi in grado di rilevare il calore delle polveri sospese nelle nubi fino a 100 chilometri di distanza, consentendo al pilota di modificare la rotta prima di imbattersi nella colonna di cenere che rischierebbe di danneggiare i motori. "Ho iniziato a lavorarci nel 1989", racconta Fred Prata, del Norwegian Institute for Air Research, che ricorda: "Ma quando, anni fa, la presentai a Boeing e Airbus, dissero che non faceva né guadagnare né risparmiare soldi, quindi era inutile".

L’ eruzione islandese, costata all’economia mondiale circa cinque miliardi di euro, ha cambiato le carte in tavola. Proprio durante il blocco aereo il ricercatore è stato chiamato da Ian Davies, ingegnere capo di easyJet (nella foto). Obiettivo: prepararsi per Katla, l’altro vulcano islandese a rischio eruzione. Avoid ha già superato i test su piccoli velivoli in volo sopra l’Etna e lo Stromboli. Ora tocca agli Airbus, per le prove ad alta quota. Autorizzazioni permettendo, Avoid potrebbe arrivare sotto le ali dei voli commerciali entro la primavera del 2012. "Nel 2010 l’area ad alta densità di cenere vulcanica era minima", spiega Prata. "Con le informazioni satellitari e un sistema come l’Avoid avremmo potuto circolare nel 98 per cento dello spazio aereo chiuso".

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