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Concordia, perché è rotta la scatola nera?
È stata ritrovata ma non funziona. Senza il suo contenuto manca un pezzo importante per capire cosa è successo la sera del 13 gennaio
23 gennaio 2012 di Valentina Arcovio
“ Secondo la Maritime Safety Committee dell’International Maritime Organization - spiega Salvatore Miranda, direttore del Dipartimento di Ingegneria Navale all’Università di Napoli Federico II - le navi con passeggeri e in generale quelle che pesano più di 3mila tonnellate devono essere dotate di Voyage Data Records (Vdr), la scatola nera, per agevolare le inchieste aperte su eventuali incidenti”. Proprio come è previsto per gli aerei: in caso di incidenti è proprio il Vdr l’elemento che può far luce sull'accaduto.
Ma la scatola nera della Costa Concordia è misteriosamente fuori uso. Il giallo, infatti, ora non riguarda solo l’incidente e quello che è successo subito dopo. Ma ora gli inquirenti devono anche cercare di capire che tipo di guasto ha reso inutilizzabile la scatola nera. L’ipotesi che si sia rotta a causa dell’incidente è stata definita “inverosimile” dal commissario di bordo della Costa Concordia, Manrico Giampedroni. “L’apparecchiatura - spiega in esclusiva all’ Agi – è collocata oltre la plancia di comando e quindi è ancor più protetta. Viene da chiedersi cosa si dovrebbe allora pensare delle scatole nere degli aerei che precipitano da migliaia di metri di altezza e dopo un impatto di grande rilevanza o anche quando ci sono esplosioni...”.
Forse più plausibile la tesi del comandante Francesco Schettino che parla di problemi al Vdr molto prima dell'incidente. “A bordo avevamo il problema che da 15 giorni si era rotto il back-up del sistema Vdr - racconta ai magistrati - e avevamo fatto richiesta all’ispettore di aggiustarlo. Ma non era successo”. Qualunque siano le cause, fatto sta che agli inquirenti manca forse quello che può considerarsi l’unico strumento capace di ristabilire la verità. Tuttavia, qualche informazione in più potrebbe arrivare dall’esterno. “Oltre alla scatola nera - spiega Miranda - si potrebbero utilizzare i dati raccolti dalla capitaneria di porto e dalla società armatrice che hanno sicuramente rilevato e monitorato la nave in navigazione”.
Difficile prevedere invece che tipo di informazioni potrebbe rivelare il famoso pc che il comandante avrebbe dato in custodia a una donna e di cui sembra essersi persa ogni traccia. “Il pc di cui si parla - sottolinea Miranda - probabilmente è un computer personale”. Praticamente non è un computer specializzato per registrare i dati di navigazione. Probabilmente è una sorta di “diario di bordo” tenuto dal comandante. Pertanto non è ancora chiaro cosa potrebbe rivelare ai fini dell’indagine.
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