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venerdì 20 gennaio 2012

Costa Concordia, tutte le falle nella sicurezza - Wired.it

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Costa Concordia, tutte le falle nella sicurezza
Dopo il naufragio del 13 gennaio, ci si interroga sui sistemi che dovrebbero aiutare a gestire l'emergenza a bordo di un gigante del mare. Ecco le difficoltà
19 gennaio 2012 di Lorenzo Mannella
Quanto è sicuro viaggiare sulle navi di lusso? Il naufragio della Concordia ha messo al centro dell'attenzione mondiale quanto le misure di sicurezza impiegate a bordo non possano, in casi straordinari come nel caso dell'errore umano, impedire il peggio. Ma non è solo colpa di attrezzature sofisticate o sistemi d' allarme efficaci: in realtà, come spiega Forbes, alcuni problemi potrebbero dipendere dalle scelte logistiche fatte dalle compagnie di crociera.

Uno dei primi punti a sfavore della Concordia – e di tutti i giganti del mare – è l'eccessivo sviluppo in altezza. Come spiega l'ingegnere Nigam Arora, le navi da crociera vengono sviluppate in altezza per ospitare un maggior numero di passeggeri e garantire un profitto da capogiro. Questo dettaglio rende l'intero scafo molto instabile e suscettibile a pericolosi rollii che possono compromettere l'assetto della nave.

Se si unisce questa caratteristica, spiega New Scientist, al fatto che le grandi navi non possono avere una chiglia troppo profonda – quella della Concordia pesca appena 8 metri – per ragioni di agibilità all'interno dei porti turistici più appetibili, l'intera struttura ha un rischio già insito nella struttura.

Spiega ancora Arora: il labirinto di corridoi e passaggi angusti che si dipana attraverso i ponti della nave non facilita gli spostamenti delle persone a bordo. Figurarsi poi in una situazione di emergenza dove i generatori vanno in tilt lasciando tutti al buio. Il fatto, poi, che gran parte dell'equipaggio parli lingue differenti non aiuta affatto a snellire le comunicazioni nei momenti di pericolo.

La stessa confusione si ripropone a monte di tutta la crociera, quando gli armatori devono adeguarsi alle norme di sicurezza imposte dagli enti internazionali. Al mondo, le organizzazioni che si occupano di rilasciare i certificati necessari a mettere in mare una nave che rispetti tutte le misure precauzionali sono ben 50. Non è un caso che siano tutte realtà in competizione tra loro. Ecco perché una compagnia può facilmente saltare da una all'altra alla ricerca di quella che possa garantirgli con più facilità di ottenere il via libera.

Nel complesso, le grandi navi risultano sicure fino a quando non si verifica un grave incidente come quello del Giglio, dove le procedure di evacuazione sono state rese assai difficili dal fatto che la Concordia ha iniziato a inclinarsi pericolosamente su un lato. La compartimentazione di emergenza, spiega il New Scientist, può essere utile a prevenire l'allagamento dell'intera nave, ma di fronte a uno squarcio di 70 metri e un blackout dei sistemi di sicurezza è difficile pensare di poter tenere a galla un colosso del genere.

Durante la conferenza stampa dell'European Cruise Council (Ecc) sul tema della sicurezza marittima - tenutasi oggi a Londra – le compagnie di navigazione hanno cercato di fare il punto della situazione. Christine Duffy, presidente della Cruise Lines International Association ha insistito nel ricordare che l'industria delle navi da crociera resta in ogni caso una delle più sicure al mondo. Il caso straordinario del Concordia, però, può essere uno stimolo per migliorare ancora di più la sicurezza a bordo.

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