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Perché volare a Bucarest per curarsi i denti?
I dentisti italiani sono in crisi, quelli rumeni sorridono: sempre più pazienti volano all’Est per farsi curare e spendere meno. C’è da fidarsi?
17 gennaio 2012 di Alberto Grandi
Ti faresti curare una carie dal dentista di Dracula? Ok, è una battuta. Ma ci può stare quando parliamo di un fenomeno che esiste veramente e riguarda, tra le tante aree dell'Est europeo, anche la Transilvania. Da qualche anno gli italiani pur di spendere meno sono disposti ad affidarsi a medici ungheresi ( Impiantidentaliungheria.it), rumeni ( Dentisti-romania.org), croati ( Dentisti-croazia.it). E a raggiungere i loro studi via aereo, se non in auto. Nel mondo del low cost accade anche questo: si abbandona lo studio dentistico sotto casa per uno dall'altra parte dell'Adriatico. Strano, viene da pensare sfogliando i dati appena pubblicati dal Dipartimento delle Finanze del 2010: gli odontoiatri italiani dichiarano un reddito imponibile lordo di 47.600 euro. Con un simile, misero guadagno non dovrebbero permettersi tariffe da invogliare la fuga.
Comunque, che la crisi colpisca pesantemente questa categoria è risaputo. In una recente inchiesta di Repubblica si parla di un fatturato in calo del 10-20% all’anno, di studi che per arrotondare propongono cure superflue come quelle alle microcavità. I pazienti diminuiscono, i professionisti si moltiplicano. Insieme agli abusivi. Nel documento che esamina le operazioni condotte dai Nas dall'1/01/2010 al 30/11/2011, si scopre che l'abusivismo in ambito sanitario riguarda soprattutto le categorie dei dentisti e degli infermieri. Per quanto riguarda i primi, sono state segnalate all'autorità giudiziaria 672 persone e sequestrati beni per 7 milioni di euro. Poi ci sono gli studi low cost sul nostro territorio. Offrono tariffe competitive e metodi di pagamento che vanno incontro al cliente. Ma non sempre il cliente rimane contento.
"Ricordo che alla mia prima visita, ero seduta sul lettino e mentre il dottore lavorava in bocca, dietro di lui c’era uno in giacca e cravatta", racconta una paziente che vuole rimanere anonima e si è affidata a uno di questi studi. "Ho saputo poi che quel tizio era l'amministratore. Via via che il dottore esaminava, lui buttava giù dati per stilare un preventivo”. Preventivo che la paziente non doveva necessariamente pagare subito, ma anche tramite finanziamento bancario. Proprio un simile metodo è stato all’origine di una truffa, l’anno scorso. Uno studio di viale Monza 79, Milano, chiuse dopo che i due titolari spagnoli, Angel Aranda Gonzalez e Carlos Munoz Penalver, fuggirono con i soldi incassati, lasciando personale senza stipendio e bocche con lavori a metà. Lavori che i pazienti si sono trovati a dover saldare lo stesso perché già anticipati dalla banca.
Secondo Dario Polidori, medico dentista milanese, con uno studio vicino al Politecnico in Città Studi, non è corretto dire che gli italiani non vanno più dal dentista, semplicemente c’è una concorrenza maggiore e più diversificata.
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