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lunedì 16 gennaio 2012

Galileo - Giornale di Scienza | L'Europa, stella dello Spazio

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Spettacoli astronomici a parte, ecco quelli ingegneristici che per i prossimi 12 mesi terranno piuttosto impegnati i ricercatori dell’Esa, l’ Agenzia Spaziale Europea. Che ha davvero intenzione di fare sul serio e non restare indietro rispetto alla Nasa. Un lanciatore di nuova generazione, la missione verso Mercurio e la realizzazione di Gaia, l’occhio che ci regalerà la mappa tridimensionale della Via Lattea, sono solo alcune delle chicche previste per il 2012.

Febbraio: Vega, BepiColompo e i primi abbozzi di un nuovo telescopio
È alto appena 30 metri e largo 3, ed è un lanciatore in controtendenza. Se infatti si cerca di spedire nello spazio oggetti di dimensioni sempre maggiori, Vega è invece stato pensato e costruito come traghettatore di satelliti di dimensioni ridotte, tra i 300 e i 2.000 kg. A differenza di altri piccoli lanciatori, Vega (che prende il nome dalla seconda stella più luminosa dell’emisfero Nord) potrà piazzare più carichi alla volta. Questa caratteristica, insieme alle tecnologie low cost utilizzate per la sua costruzione, lo rendono uno strumento veloce ed economico a servizio dell’esplorazione spaziale. L’appuntamento per il primo lancio è il 9 febbraio, in Sudamerica, dove Vega partirà dalla base della Guyana francese.

Nello stesso mese saranno svelate al mondo le caratteristiche di BepiColombo, la missione dell’Esa che tenterà, dopo Mariner 10 e Messenger, di avvicinare il più interno dei pianeti solari, Mercurio, piazzandosi intorno alla sua orbita senza cadere (gravitazionalmente parlando) sul Sole. Scopo: studiare la composizione chimica e il campo magnetico del pianeta, cercando di stabilire anche se il suo cuore sia o meno fuso. A febbraio parte dei moduli della missione (due le sonde da spedire in tutto) verranno assemblate e presentate ufficialmente.

Ultimo appuntamento di febbraio: la presentazione di MIRI (Mid-Infrared Camera and Spectrograph), un telescopio per lo studio delle stelle e delle galassie lontane. MIRI è uno dei quattro strumenti che, insieme, costituiranno l’osservatorio del James Webb Space Telescope (JWST), il successore dell’Hubble Space Telescope. Un altro componente made in Esa del telescopio, il Near-Infrared Spectrograph (NIRSpec), per l’osservazione in simultanea di più di cento galassie, sarà invece pronto a dicembre.

Primavera: compleanni, rifornimenti per la Iss e mappe del ghiaccio
Dopo i festeggiamenti per i primi dieci anni in orbita di Envisat (il più grande satellite per le osservazioni terrestri mai costruito, fondamentale per gli studi climatici), a marzo sarà la volta di un’altra partenza: quella dell’ Automated Transfer Vehicle 3 (ATV-3), il modulo di rifornimento (cibo, acqua, strumentazioni scientifiche e carburante) diretto verso la Stazione Spaziale Internazionale, con cui l’Europa contribuisce ai costi del mantenimento del laboratorio.
L’ARV-3, intitolata a Edoardo Amaldi, verrà trasportata dal lanciatore Ariane 5 da Kourou, nella Guyana Francese, e servirà anche per alleggerire la stazione dei rifiuti.

In aprile verranno poi presentati dati e risultati dell’analisi della prima mappa sullo spessore dei ghiacci polari, elaborata grazie al satellite Cryosat (tramite iPhone e iPad è già possibile accedere ai dati della missione dell’Esa, grazie alla CryoSatApp).

Verso l’estate: astronauti che vengono, satelliti che vanno
Dopo cinque mesi in volo a circa 350 km dalle nostre teste, a maggio tornerà di nuovo con i piedi per Terra André Kuipers, l’astronauta olandese dell’Esa della missione PromISSe, entrato lo scorsodicembre nella Stazione Spaziale Internazionale. Durante i mesi che gli restano da passare nello Spazio, l’astronauta svolgerà una serie di esperimenti di fisica e biologia, per conto dell’Esa, della Nasae della JAXA, l’agenzia spaziale giapponese. L’ atterraggio dell’astronauta è previsto per il 16 maggio, nelle steppe del Kazakhstan.

Nello stesso mese verrà rilasciato anche MetOp-B, il satellite costruito dall’Esa e da Eumetsat che, con i suoi 11 strumenti a bordo, andrà a far compagnia al collega MerOp-A, già in orbita, come parte della missione meteorologica MetOp, dedicata all’elaborazione delle previsioni sul medio e lungo termine. Il mese successivo sarà invece la volta del Meteosat Second Generation-3, parte dell’omonima missione dedicata alla meteorologia.

Luglio: sonde magnetiche in orbita
Sempre dedicata al clima, ma soprattutto allo studio del campo magnetico terrestre e della struttura interna del nostro pianeta, sarà la missione Swarm, la cui partenza è prevista per la metà di luglio. Tre satelliti in tutto percorreranno tre distinte orbite polari, a un’altezza compresa tra i 400 e i 550 km, registrando intensità e direzione del campo magnetico della Terra.

Agosto: stelle cadenti…e Gps
Il mese estivo quest’anno vedrà la partenza della seconda coppia di satelliti Galileo (tra agosto e settembre per la verità). Dopo il lancio dello scorso ottobre, la costellazione raggiungerà così quota 4 elementi e costituirà il nucleo operativo del sistema di navigazione satellitare europeo. Quando la configurazione sarà completata, nel 2019, Galileo conterà 30 satelliti.

Novembre: Nell’occhio di Gaia
Più di mille miliardi di stelle da tenere d’occhio, per elaborare la più precisa mappa tridimensionaledella nostra galassia. Questo il compito che spetterà a Gaia, la missione spaziale in agenda per il 2013. Entro dicembre 2012, però, saranno ultimati la costruzione e l’assemblaggio di tutte le strumentazioni necessarie.
via wired.it

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