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Rischia di partire in salita il negoziato tra governo e sindacati sulla riforma del lavoro. Secondo le indiscrezioni pubblicate oggi (19 gennaio) da Repubblica, il governo starebbe lavorando a un contratto unico d'ingresso per sostituire le altre forme di inserimento, ipotesi subito contestata da Cgil e Cisl.
Il tipo di contratto su cui punterebbe l'esecutivo, si legge nel quotidiano diretto da Ezio Mauro, prevederebbe una fase iniziale con una durata massima di tre anni nella quale, in caso di licenziamento illegittimo, il datore di lavoro non sarebbe obbligato al reintegro del lavoratore, ma solo a un risarcimento economico.
Al termine del triennio, poi, scatterebbe la stabilizzazione con le tutele previste adesso per i contratti a tempo indeterminato. Sempre stando a Repubblica, il governo sta valutando anche l'ipotesi di un tetto minimo per le retribuzioni dei lavoratori con i contratti a termine (25mila euro) e una semplificazione del sistema di ammortizzatori sociali, per il quale comunque sarebbero necessarie ulteriori risorse.
Indiscrezioni anche sulla road map: si parte lunedì con un tavolo “filosofico”, introdotto dal premier Mario Monti. Subito dopo due tavoli operativi sulla riforma del mercato del lavoro e sulla crescita: il primo con il ministro Elsa Fornero; il secondo con Corrado Passera.
"Dispiace che il tavolo di lunedì sia 'filosofico'. Il documento di Cgil Cisl e Uil non lo è per niente". La Cgil affida al suo profilo twitter la replica. "Lunedì - si legge - ci piacerebbe discutere di mercato del lavoro con qualcuno che lo conosca per averlo frequentato ogni tanto".
Seguono altri tweet della confederazione di Corso Italia: "Meno precarietà e politiche attive per creare occasioni di lavoro. Con chi parlare Passera o Fornero? Meglio sarebbe insieme. Come prima cosa servono ammortizzatori sociali generali contro la crisi. La crisi non è filosofica, questo lo sanno i professori?"
"Il contratto a tempo indeterminato - è scritto sempre sul social network - deve continuare ad essere la forma comune di impiego. Il contratto unico è solo un inganno. È l'apprendistato il canale d'ingresso al lavoro per i giovani". E ancora: "Il mercato del lavoro è segmentato: uomini e donne, sud e nord, immigrati e no, operai e no, giovani e no, ecc. Lo ricomponiamo o no?". "Passare da 46 contratti al contratto unico? Non ci crede nessuno, a partire dai precari: non diciamo bugie alle persone. Lunedì, dopo la filosofia, si fa sul serio? Per crescere, diremo ai ministri, serve un piano del lavoro urgente per giovani e donne".
Anche per la Cisl il modello di contratto per i nuovi assunti deve essere quello di apprendistato. Lo sottolinea il segretario generale Raffaele Bonanni, precisando che si può discutere su un sistema che preveda una stabilizzazione definitiva dopo un periodo di tre anni di contratto, ma questo periodo deve contemplare anche la formazione del nuovo assunto. "Le forze sociali tutte si sono riconosciute in un contratto di ingresso che è l'apprendistato".
Il leader della Cisl chiede che questa forma contrattuale sia resa "più appetibile e affidabile", con incentivi economici, e che abbia come sbocco naturale il contratto a tempo indeterminato. Su questo, è il messaggio inviato al governo in vista del tavolo di lunedì prossimo, "ci sono le condizioni per una unicità di posizioni". Altri capitoli nel confronto con l'esecutivo sono liberalizzazioni "trasparenti" e una riforma fiscale, "per noi il punto più importante come presupposto della crescita".
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