«Gesù Cristo è il solo mediatore, ma egli non è monopolio dei cristiani: egli è di fatto presente ed operante in ogni religione autentica»: sono parole del grande teologo spagnolo, da poco scomparso, Raimundo Panikkar che possono riassumere il senso di una splendida collana editoriale, intitolata “Tradizione e traduzione”, promossa da Eduardo Ciampi per le Edizioni Terre Sommerse di Roma.
Si tratta della riproposta di quel pensiero antico, ma sempre attuale, che nel 1540 in un libro del bibliotecario del Vaticano, Agostino Steuco, venne definito filosofia perenne. Nel Novecento il più insigne esponente di tale corrente è stato il francese René Guénon (1886-1951), seguito poi da una larga schiera di seguaci e continuatori, il più importante dei quali è stato lo svizzero Fritjof Schuon, autore nel 1948 della fortunata opera Unità trascendente delle religioni, e della quale lo scrittore Eliot si proclamò entusiasta.
Il primo volume della collana che segnaliamo, dal titolo Gli esegeti della tradizione, è interamente dedicato al profilo, mediante passi antologici delle loro opere, degli studiosi sia “capi storici” (appunto Guénon e Schuon, oltre a Coomaraswamy) che “epigoni”, “nuove leve” ed “esperienze parallele” (come li definisce Ciampi in altrettanti parti del volume), fornendo così la più accurata documentazione oggi disponibile nel nostro paese. Gli altri tre volumi delle collana fin qui usciti sono altrettante perle che approfondiscono diversi temi (cristianesimo, ecologia, mariologia) alla luce della filosofia perenne.
Invito alla tradizione cristiana contiene fra l’altro uno straordinario ed insolito testo di Jean Hani che compara il Rosario cristiano ad altrettante forme di incantazione mistica di altre tradizioni religiose, mentre Antropo- ecologia si segnala per l’attenzione alle dimensioni spirituali e religiose della crisi ambientale. Un cenno speciale merita altresì l’ultimo volume uscito, dal titolo L’altra Mariologia. Come scrive lucidamente Ciampi nella prefazione, il titolo non deve indurre ad una contrapposizione, ma piuttosto alla riscoperta di volto più nascosto, rispetto a quello devozionale più diffuso, della figura della Vergine Maria, in grado di accogliere spunti di esegesi interreligiosa. E non a caso anche qui è contenuto, nel saggio di chiusura, uno studio di Rama Coomaraswamy, figlio di Ananda, sul Rosario messo in relazione con la preghiera del cuore della tradizione ortodossa.
Antonello Colimberti
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