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Sciopero del Web: il giorno dopo
La protesta della Rete è stata un successo, Sopa e Pipa per il momento sembrano congelate. Ma è presto per cantare vittoria
- Ecco come è Internet si è scatenata [foto]
19 gennaio 2012 di Philip Di Salvo
Lo sciopero di Internet di ieri ha rappresentato con ogni probabilità il momento di protesta in Rete più ampio della stora del Web. Centinaia di siti si sono uniti alla rivolta contro Sopa e Pipa oscurandosi completamente, come nel caso di Wikipedia, o manifestando il proprio dissenso modificando ad hoc il proprio layout: Mozilla, lo stesso Google anche se in forma minima, Wired Usa, Wordpress e Reddit hanno dato voce alla preoccupazione della Rete attivandosi contro le due proposte di legge. L’iniziativa ha avuto molta risonanza e persino Mark Zuckerberg – nonostante Facebook non abbia oscurato le sue pagine – è intervenuto con un post sulla sua pagina per annunciare che “Facebook si opporrà a qualsiasi legge che possa danneggiare Internet”. Twitter ha fatto sapere che nella giornata di ieri sono stati generati 2,4 milioni di twit relativi alle leggi e allo sciopero di Internet mentre in 4,5 milioni hanno firmato la petizione di Google.
Come reazione al sommovimento della Rete, Sopa e Pipa sono state momentaneamente congelate: 18 senatori, 7 dei quali erano firmatari dei progetti di legge, si sono infatti ritirati, facendo slittare a febbraio la discussione sulle nuove normative. Il senatore democratico Ron Wyden, il più acceso oppositore delle due bill, ha addirituttura inoltrato una lettera a Internet, per ringraziare tutti coloro i quali hanno preso parte alle proteste. Anche Wikipedia, dopo le 24 ore di stop, ha pubblicato un messaggio di elogio per i 162 milioni di naviganti che ieri hanno visitato le sue pagine e gli 8 milioni che hanno seguito le indicazioni per contattare le autorità e far sentire la propria voce.
Sarebbe troppo facile, però, considerare la battaglia vinta e conclusa: secondo l’enciclopedia online Sopa e Pipa aspetterebbero nell’ombra, pronte a risbucare fuori all’improvviso. Lamar Smith, il promotore del Sopa, ha infatti già annunciato che porterà alla House Judiciary Committee una versione riveduta e corretta del testo già il mese prossimo e secondo Wired Uk, Pipa riapparirà già la prossima settimana, seppure con degli alleggerimenti. Per quanto la Rete non possa abbassare la guardia, una cosa e certa: l’ industria dei contenuti, che per ragioni di copyright era il comparto più in favore delle due leggi, si è dovuta mettere sulla difensiva per constatare la portata del più grande sciopero di Internet: la Recording Industry Association of America ha twittato ironicamente rivolgendo un pensiero a tutti gli studenti costretti a fare ricerche altrove a causa del blackout di Wikipedia.
Lo scenario migliore? Sempre secondo Wired Uk, Popa e Sipa potrebbero diventare a tal punto controverse e polarizzanti che nessuno, durante la campagna elettorale del prossimo anno, si sentirà di sostenerle, fino a costringerle a scomparire. Obama, a questo proposito, si è detto contrario ai due testi per come sono formulati all’oggi. Nell’attesa, meglio non cantare vittoria.
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