Matteo Corgnati – 10 gennaio 2012 – Oggi è stata una lunga giornata per l’EDISU Piemonte, ossia l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario, la cui missione è quella di erogare sussidi agli studenti universitari economicamente bisognosi. Di solito gli unici criteri per distribuire le borse di studio ed i posti letto gratuiti sono il reddito ed il merito, ma dal 2011 gli studenti che frequentano gli atenei piemontesi devono scontrarsi con un nemico in più, questa volta però ad armi impari. L’ostacolo maggiore all’erogazione dei benefici, infatti, da quest’anno accademico è rappresentato dai pesanti tagli che la Regione Piemonte ha imposto all’Edisu, condizionando la vita di migliaia di studenti (e delle loro famiglie). Fino al 2010 il Piemonte è stata una delle regioni più virtuose d’Italia, garantendo il 100 % delle borse di studio agli aventi diritto, mentre già nel 2011 solo il 30 % degli studenti “idonei” (cioè con tutte le caratteristiche di reddito e di merito necessarie per richiedere il contributo regionale) è risultato effettivamente vincitore di una borsa. In pratica solo 4.000 dei 12.000 aventi diritto hanno ricevuto il beneficio. E per il 2012 la situazione pare ancora peggiore, perché ad oggi le casse dell’Edisu sono vuote e non c’è un euro del bilancio regionale destinato alle borse di studio. A dicembre il bilancio preventivo 2012 dell’Edisu non è stato approvato dal suo CDA (nel quale siedono anche rappresentanti degli studenti, tra cui Simone Baglivo del Politecnico, video-intervistato stamattina da Articolotre.com), fatto gravissimo ma voluto proprio per protestare contro i tagli.
Oggi pomeriggio era in programma il primo CDA del 2012, che doveva finalmente approvare il bilancio dell’Edisu, e per questo stamattina alcuni studenti universitari di Torino (circa 300), insieme ad alcuni dipendenti dell’Ente, hanno organizzato presidi e cortei in centro. I primi dal presidio sotto il Consiglio Regionale (annullato misteriosamente all’ultimo momento) in Via Alfieri si sono mossi in corteo per giungere in Piazza Castello, ed unirsi al presidio dei lavoratori davanti al palazzo della Regione. Una piccola delegazione mista è poi stata ricevuta dall’assessore regionale Elena Maccanti (Lega Nord), che si occupa dell’Edisu, la quale ha ribadito che la regione ha più soldi per il diritto allo studio. Ma la notizia del giorno è il nulla di fatto in CDA. Nemmeno oggi è stato approvato il bilancio preventivo del 2012, rendendo molto difficile i lavori e la programmazione dell’Ente. Valentina Schifano, rappresentante in CDA per gli studenti dell’Università degli Studi di Torino, ci ha appena confermato che il bilancio che avrebbero dovuto approvare oggi pomeriggio non è cambiato di una virgola da quello respinto il 23 dicembre scorso: “non avremmo potuto approvarlo oggi, è un bilancio insostenibile per gli studenti, così come lo era quello che abbiamo bocciato a dicembre”. Per adesso il bilancio dell’Edisu verrà redatto e approvato mese per mese, in base alle spese correnti, con il termine ultimo del 30 aprile, oltre il quale l’Ente sarà a rischio commissariamento. “Aspettiamo i 10 milioni di euro promessi dal Ministero”, continua la Schifano, “quelli destinati agli atenei piemontesi, che però hanno già detto di volerli dirottare integralmente all’Edisu, per tamponare l’emergenza”. Se questi 10 milioni verranno effettivamente sbloccati dal Ministero, allora per quest’anno il diritto allo studio potrà ancora essere parzialmente garantito, altrimenti il Piemonte passerà da regione modello a maglia nera d’Italia, rischiando di perdere molti studenti. La posta in gioco è molto alta, chissà se il ministro Profumo si ricorderà di essere stato, fino a qualche mese fa, il Rettore del Politecnico di Torino.
Intervista a Simone Baglivo (CDA EDISU)
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