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Parlamentari, ecco cosa fanno per guadagnare lo stipendio
Dopo i discussi dati della Commissione Giovannini, è il rapporto di Openpolis a mettere sotto la lente di ingrandimento l'attività dei politici di casa nostra. Viva la trasparenza
04 gennaio 2012 di Martina Pennisi
16mila euro al mese. Anzi no, 5mila. A tenere banco da ieri è lo stato delle tasche dei parlamentari italiani. Secondo l' analisi redatta dalla Commissione per il livellamento retributivo Italia-Europa, comunemente detta Commissione Giovannini, bazzicando dalle parti di Palazzo Madama e a Montecitorio ci si mette in tasca - anche se affermano di non poter trarre conclusioni certe dall'analisi in un così breve periodo - la bellezza di 16mila euro (lordi) al mese, il 60% in più rispetto alla media comunitaria e 11mila e spiccioli dei quali di indennità parlamentare. Dalla Camera è giunta una repentina smentita, l'indennità parlamentare dei deputati italiani " è pari mediamente a 5mila euro netti" e inferiore a quella di altri paesi Ue, ma ormai la frittata (mediatica) è fatta: almeno per qualche giorno, il primo problema del paese riguarda il gonfiore dei portafogli di chi lo governa.
Dimensioni, smisurate o meno, delle buste paga, si tratta di dati che vanno analizzati a braccetto con quelli sull'attività dei soggetti in esame. In parole povere: quanto guadagnano, ma soprattutto cosa fanno per guadagnarsi lo stipendio? In soccorso di chi vuol farsi un'idea più strutturata giunge Openpolis, associazione che monitora online l'attività di Camera e Senato e che ha tolto il velo proprio in queste ore sul rapporto Camere aperte 2011.
L'analisi, aggiornata a fine 2010, tiene il dito premuto sul polso della situazione grazie al calcolo dell'indice di produttività parlamentare, cioè la somma di una serie di variabili (atti e tipologia di atti presentati, presenza ai lavori, consenso dei colleghi, ecc) che dia un'idea quanto più precisa della partecipazione attiva dei nostri, e riapre il vaso di Pandora della pubblicazione in Rete dei redditi ( qui ci chiedevamo sia giusto pubblicare quelli dei cittadini). I trasparenti, quanti mettono online la loro dichiarazione patrimoniale, sono solo 45 (22 del Pd, 4 dell'Udc, 11 del Pdl, 3 del Gruppo Misto, 3 della Lega e 2 di Fli).
Tornando alla produttività, a distinguersi fra i deputati sono Antonio Borghesi (IdV), Pier Paolo Baretta (Pd) e Franco Narducci (Pd). Sul podio dei senatori, Gianpiero D'Alia (Udc), Carlo Vizzini (Udc) e Lucio Malan (Pdl). Maglia nera, invece, per i deputati Niccolò Ghedini (Pdl), Antonio Angelucci (Pdl) e lo scomparso Mirko Tremaglia (Fli) e per i senatori Sebastiano Burgaretta Aparo (Pdl), Alberto Tedesco (Pd) e Vladimiro Crisafulli (Pd). A livello di gruppi, i personaggi più virtuosi appartengono all' Idv, sia in Camera sia in Senato. La Lega si distingue con percentuali particolarmente basse, 6,3 Camera e 3,6 Senato, per ciò che concerne le assenze.
E di mancate presenze parlando quando c'è da alzare la mano, svettano i deputati Antonio Gaglione (Misto), ancora Ghedini (Pdl) e Tremaglia (Fli) con, rispettivamente, il 92% (!), il 76% e il 76,% delle assenze. Stesso discorso per i senatori Umberto Veronesi (Pd e 72% delle assenze), Emma Bonino (Pd, 68%) e Giovanni Pistorio (Misto 67%). Non se ne perdono una, invece, i deputati Remigo Ceroni (Pdl, 99% delle presenze), Rosy Bindi (Pd, 99%) e Paolo Vella (Pdl, 99%) e i senatori Cristiano De Eccher (Pdl, 99%), Madell Valli (Lega, 99%) e Mario Ferrara (Pdl, 99%). Per citare un'altra delle graduatorie stilate, i più attivi nella presentazione di progetti di legge sono la deputata Gabriella Carlucci (Pdl), 95 ddl messi sul tavolo e uno diventato legge, e il senatore Rosario Costa (Pdl), 76 ddl e una legge.
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