Filosofiablog

Nowsy.com - your news and info dashboard

CYBERNIX

http://blog.libero.it/MASTERIZZAZIONE/index.rss

Cerca nel blog

venerdì 30 dicembre 2011

Attacco hacker di Anonymous, ecco il bottino - Wired.it

Condé Nast

©Edizioni Condé Nast S.p.A. - P.zza Castello 27 - 20121

Milano CAP.SOC. 2.700.000 EURO I.V. C.F e P.IVA - REG.IMPRESE TRIB. MILANO N. 00834980153

SOCIETÀ CON SOCIO UNICO

Il gruppo ha "bucato" il sito di un'agenzia di intelligence Usa. Wired.it è riuscita a catturare le immagini delle transazioni fatte con le carte di credito rubate. Ma il "meglio" deve ancora venire
29 dicembre 2011 di Alessandro Longo
Uno degli acquisti su Amazon


Anonymous si prepara a pubblicare 2,7 milioni di e-mail di corrispondenza top secret fra istituzioni, esercito Usa e grandi aziende, trafugate dai server di un’agenzia indipendente di intelligence e sicurezza. Il tutto per fare scoppiare un caso politico internazionale in nome della libertà e la democrazia, a mo’ di novella Wikileaks. E con conseguenze ancora tutte da scoprire.

È questo il significato di un furto che i più si sono limitati a bollare come un gesto simbolico, una presa in giro dei poteri forti. La beffa di Natale, di Anonymous: il gruppo di “hacker” ha bucato il sito e i server di Stratfor, agenzia di intelligence statunitense esperta di sicurezza. Qui Wired.it pubblica un assaggio del bottino. I pirati l’avevano pubblicato su vari siti e qualcosa persino sull’homepage bucata di Stratfor (“Strategic Forecasting”), che per altro era ancora “in manutenzione” due giorni dopo il fattaccio. Ci sono i dati personali e le carte di credito di almeno 54mila dei 90mila clienti di Stratfor. La copia di un’e-mail interna di Frank Ginac, che è (o forse, ormai, “era”) il Chief technical officer dell’azienda. Di Ginac ci sono anche vari dati personali, tra cui il numero di cellulare. Interminabile l’elenco delle password dei clienti di Stratfor: “coniglio”, “chitarra” (alcuni erano italiani, evidentemente), “password1”, “celtic” e una ottantina di “Stratfor”. Eppure, tra i clienti l’agenzia ha grandi aziende, multinazionali del calibro di Apple e Microsoft, persino l’Esercito degli Stati Uniti. Pagavano fino a 40mila euro l’anno per leggere analisi indipendenti su questioni internazionali e minacce alla sicurezza. Ma la colpa sarebbe soprattutto di Stratfor, a quanto dice Anonymous. Non solo perché aveva evidenti buchi di sicurezza nel server, ma anche perché conservava le password in chiaro (non criptate).

Su questo al momento non c’è né conferma né smentita da parte dell’agenzia, che si è limitata ad affermare di essere al lavoro per scoprire i responsabili e mettere in sicurezza il sito. Tutti i servizi sono nel frattempo sospesi. Il bottino dell’arrembaggio continua: ci sono immagini (gli screenshot delle transazioni si possono vedere nella gallery qui sopra) che provano come sono stati spesi i soldi presi dalle carte di credito. Donazioni ma anche acquisti personali. Sono gesti simbolici, più che altro, visto che le vittime bloccheranno le carte e otterranno gli storni.

Ci sono quindi donazioni alla Croce Rossa e a Save the Children con carte di credito rubate. Ma anche acquisti, su Amazon, di una decina di penne e di libri. Per addebiti da 200, 300 e 400 dollari, che decine di migliaia di malcapitati si sono ritrovati sulla propria carta, per un totale- dichiara Anonymous, senza smentite- di circa un milione di euro. In più gli hacker dicono di aver eliminato persino i backup di quei dati, che si trovavano sullo stesso server fisico.
Pagina successiva
1 2

Nessun commento:

Posta un commento