Potenziali mattoncini della vita, ovvero molecole complesse di carbonio e azoto, potrebbero trovarsi in quell’angolo sperduto del Sistema solare che è la superficie gelida di Plutone. A dirlo sono alcuni ricercatori del Southwest Reserach Intitute di Boulder, in Colorado, e della Nebraska Wesleyan University sulle pagine dell' Astronomical Journal, basandosi sulle ultime osservazioni del telescopio spaziale Hubble. Lo studio mostra quanto ancora ci sia da scoprire su Plutone, nonostante abbia perso la sua dignità di pianeta nel 2006, e cresce l’aspettativa per la missione New Horizon della Nasa, prevista per il 2015.
Che sul lontanissimo pianeta nano alberghi uno strato superficiale di metano ghiacciato e altri composti glaciali (come monossido di carbonio) è fatto noto da tempo agli scienziati, ma questa è la prima volta che i ricercatori trovano indizi sulla possibile presenza di altri idrocarburi, più complessi, o di composti di azoto. A suggerire questa ipotesi è stata l’osservazione, grazie a Hubble, dell’assorbimento della luce ultraviolettache colpisce la superficie di Plutone, di cui potrebbero essere responsabili proprio queste molecole. Secondo gli studiosi, potrebbero essere il frutto delle reazioni tra la debole luce solare che raggiunge Plutone o tra i raggi cosmici con il metano e il monossido di carbonio ghiacciato presenti sul corpo celeste.
“ È una scoperta molto eccitante, perché queste molecole complesse potrebbero anche essere le responsabili delle variazioni di colore della superficie di Plutone, che tende sempre di più al rosso”, ha raccontato Alan Stern del SwRI, coautore della ricerca su Popsci.com.
Il team ha scoperto l’assorbimento grazie al Cosmic Origins, il nuovo spettrografo installato a bordo del telescopio spaziale durante l’ultima missione di servizio, nel 2009. Durante le misurazioni, portate a termine nel 2010, il team ha anche osservato un cambiamento nello spettro ultravioletto di Plutone rispetto agli ultimi rilevamenti, effettuati negli anni Novanta. Questo potrebbe indicare che la superficie del pianeta nano stia cambiando o che vi è stato un aumento della sua pressione atmosferica.
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