Filosofiablog

Nowsy.com - your news and info dashboard

CYBERNIX

http://blog.libero.it/MASTERIZZAZIONE/index.rss

Cerca nel blog

sabato 24 dicembre 2011

Marcel e lo Spiritualismo esistenzialistico | Gaianews.it

Media_httpgaianewsitw_bpjef

Nel Novecento, l’esistenzialismo- scuola di pensiero che segnerà l’intero secolo- deve fare i conti con altri due modi di intendere la filosofia e il mondo: lo spiritualismo e lo strutturalismo.

Avremo modo più avanti di approfondire quest’ultimo, oggi, invece, cercheremo di analizzare il rapporto tra l’esistenzialismo e lo spiritualismo.

Cosa innanzitutto si intende con il termine spiritualismo? Le parole sono fondamentali, nella vita, come in filosofia, ricordatevelo sempre.

Si definisce spiritualista una dottrina che pratichi la filosofia come un’analisi della coscienza, sarebbe meglio dire che, uno spiritualista ritiene che solo dalla coscienza- propria- si possano desumere i dati di qualunque tipo, sia della scienza che della filosofia.

I precursori di questa scuola di pensiero sono riscontrabili in Pascal e Montaigne che interpretavano appunto la pratica filosofica come un perenne interrogarsi della coscienza. A questi, sul versante italiano, dobbiamo aggiungere Rosmini o Gioberti, figure insomma di spicco per la filosofia risorgimentale italiana.

Per i contemporanei è necessario citare Bergson, che impareremo a conoscere tra qualche tempo.

Ora, come associare Spiritualismo ed Esistenzialismo?

Pur mantenendosi fedele al ruolo primario della coscienza, è necessario aprirsi e fare propri i temi esposti da filosofi come Kierkegaard e Jaspers. Un tema su tutti rappresenta il punto d’incontro tra questi due modi di intendere la filosofia, quello della scelta.

La scelta racchiude in sé tematiche fondamentali come il rapporto fra uomo e mondo, il rapporto fra l’essere e l’esistenza, la possibilità.

Una figura più delle altre incarna questo avvicinamento dello spiritualismo con l’esistenzialismo: Gabriel Marcel.

Marcel non è un filosofo di professione, è un drammaturgo e un critico letterario, possiamo dire anche “giornalista culturale”.

La tendenza di questo autore è scrivere in modo intimo e sentito, preferisce a qualsiasi altro stile di scrittura quello del diario.

Le sue domande insistenti riguardano il possibile rapporto fra uomo e Dio, giungendo alla conclusione che entrambi gli elementi, se visti come problemi, non sono risolvibili sul piano oggettivo. Tramite la ragione, cioè, non potremmo dimostrare nulla riguardo loro.

Essere, Uomo e Dio rappresentano per Marcel non un problema, quindi, ma un mistero perché va al di là della ragione e rimane al di fuori di qualsiasi analisi.

Tali questioni, come quasi tutti i problemi che l’uomo si pone nel corso della sua vita, cui non trova risposte soddisfacenti, fanno parte di quella categoria che Marcel definisce “L’Avere”.

L’uomo sbaglia, detto in altri termini, l’approccio alle questioni fondamentali in quanto le analizza da esterno ed estraneo, quando esso è tutto tranne che questi.

E’ necessario quindi categoria dell’esistere nella sua globalità: passare dall’Avere all’Essere, perché solo così si rivela il mistero che ci circonda. L’atteggiamento che ne conseguirà non sarà più quello della problematizzazione, ma quello dell’amore e della fedeltà- sostiene Marcel- in quanto ciò che muta è la disposizione d’animo dell’uomo che muta. Già questo mutamento di disposizione è da considerare una soluzione soddisfacente per rispondere ai propri interrogativi più intimi. La risposta, sembra quasi dire Marcel, verrà da sé. La cosa fondante è il riconoscimento sarebbe il riconoscimento stesso del mistero che caratterizza la situazione umana.

E’ evidente che un discorso simile è molto più vicino ai valori della spiritualità religiosa piuttosto che ad una filosofia di tipo positivo che cerca di analizzare e risolvere i problemi che si pongono.

Chiudo questa visione parallela a quella esistenzialista con una frase di Marcel che mi sembra esplicativa e sintetizza il suo pensiero ( Dal rifiuto all’invocazione, p.198): “ Gli esseri non possono accordarsi che nella verità, ma questa è inseparabile dal riconoscimento del grande mistero da cui siamo circondati e in cui abbiamo il nostro essere”.

Il film che vi consiglio questa settimana è Factotum, di Bent Hamer

Detto questo, Vi auguro un Felice Natale, e perché non dedicars

Nessun commento:

Posta un commento