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venerdì 23 dicembre 2011

LetsLunch, il LinkedIn della pausa pranzo - Wired.it

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LetsLunch, il LinkedIn della pausa pranzo
Il social dining arriva in Italia, grazie a una startup americana lanciata da un giovane italiano. Ecco come funziona
22 dicembre 2011 di Silvio Gulizia
LetsLunch è una web app con la mission essere il LinkedIn della pausa pranzo. È una startup nata a San Francisco, ma che promette di crescere in Italia, dove la pausa pranzo è ancora sacra per la maggior parte delle persone, come spiega Daniele Bianca, country manager italiano. Benché questo sia il titolo corretto, noi definiremmo Bianca uno startupper. A giugno, dopo aver letto del progetto, si è messo in contatto con Syed Shuttari, fondatore di LetsLunch, e l’ha convinto ad affidargli il lancio in Italia dell’iniziativa. Numeri alla mano, in due mesi Letslunch ha raccolto 3mila iscritti e organizzato 1.500 pranzi nel Belpaese, mentre negli Stati Uniti ha già 12mila utenti. Bianca, romano di 33 anni, ha studiato in America e si è formato professionalmente lavorando nella divisione marketing e comunicazione dell’ambasciata americana. In Italia con Bianca collaborano altre due persone e il progetto è incubato presso EnLabs. Il team di San Francisco, cinque persone, arriverà a Roma a gennaio per studiare i progetti di Bianca per l’espansione in Europa.

Come ti è venuta l’idea?

“Ho letto un articolo sul social dining che negli Stati Uniti sta velocemente prendendo piede. Fra tutti i servizi che ho visto, LetsLunch mi è parso quello più utile, perché mette in contatto i professionisti. Ho pensato che in Italia avrebbe subito funzionato e ho contattato il fondatore per entrare nella startup, incaricandomi del lancio nel nostro Paese, il primo in cui Letslunch arriva dopo gli Stati Uniti. Il mio obiettivo è aggiungere presto altri stati europei. Sto prendendo in considerazione quelli in cui la pausa pranzo va ancora per la maggiore, quindi Spagna e Francia, e quelli dove il networking fra professionisti ha preso piede, come Belgio, Lussembrugo, Inghilterra e Germania. Stiamo trattando il lancio in Francia e siamo già partiti in India”.

Come pensi di sviluppare l’attività in Italia?

“Sto costruendo sinergie con uffici di risorse umane e università. La Sapienza è interessata a implementare l’applicazione all’interno del proprio ufficio di placement per studenti. Inoltre sto stringendo una partnership con il World Food Programme delle Nazioni Unite per offrire la possibilità di donare il pranzo che abbiamo fissato, lasciando ovviamente agli utenti liberi di incontrarsi come preferiscono”.

A cosa serve mangiare con altri professionisti?

“Ci sono persone che hanno trovato lavoro tramite contatti nati così. Specie nell’ambito creativo. Per esempio, un illustratore ha pranzato con giornalista di Cosmopolitan e sulla scia di quel pranzo ha stretto un accordo per fare illustrazioni sulla rivista. I commensali si scambiano un voto e un commento sulla persona con cui si è pranzato, non è più come su LinkedIn dove occorre andare a chiedere una raccomandazione.

Come scelgo chi invitare?

“Inserisci i tuoi interessi, colleghi i tuoi account LinkedIn, Facebook e Twitter e indichi quando sei disponibile per un pranzo.
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