150 pagine di memoriale, e un’appendice tecnica dello stesso spessore. È il risultato dei lavori della Commissione irlandese incaricata di indagare sul comportamento di Facebook in fatto di privacy e gestione dei dati sensibili.
Tutto era partito a ottobre, quando uno studente austriaco aveva accusato il social network di creare profili ombra su utenti della Rete non iscritti a Facebook. Accusa inoltrata al Data Protection Commissioner irlandese, perché proprio a Dublino Mark Zuckerberg ha posizionato la sede europea.
Quali sono i risultati della Commissione dopo tre mesi di indagini? Partiamo dall’accordo: la commissione si dice soddisfatta dell’atteggiamento di Facebook Ireland, che ha accettato di lavorare al miglioramento, da qui a sei mesi, di tutti i punti contestati e si è resa disponibile a una revisione della sua condotta a luglio 2012. A ogni osservazione, che elenchiamo brevemente qui sotto, Facebook risponde più o meno sempre con un "d’accordo", seguito dalla stima della tempo che ci impiegherà a risolvere il problema.
C’è un punto su cui la risposta del social network si dilunga parecchio ed è quello che riguarda proprio il trattamento dei dati personali. L’autorità intima di rimuovere immediatamente i dati non appena terminato il motivo per cui erano stati raccolti. Facebook spiega nel dettaglio la sua exit strategy: per chi non è - o non è più - utente, il social network cancellerà la sua presenza dai social plugin entro dieci giorni dalla visita al sito, per gli altri utenti rimuoverà i dati ricevuti dai plugin entro 90 giorni dalla visita. Renderà anonimi le ricerche sul sito entro sei mesi e i click sugli annunci dopo due anni. Ecco un sunto delle principali richieste del Data Protection Commissioner:
Privacy - Le autorità chiedono di semplificare le informazioni e rendere più facile l’accesso alla modifica delle impostazioni, migliorando il parco link nella pagina di iscrizione.
Sicurezza - Il timore dell’autorità riguardava la possibilità di scraping (processo automatico di archiviazione), ma, si legge: “ Facebook ha fornito informazioni sulle modalità che mette in atto per evitare lo scraping. Si ritiene che l’attuale regime riduca adeguatamente il rischio di raccolta su larga scala dei dati degli utenti”.
Pubblicità e uso dei dati - Facebook deve garantire maggiore trasparenza: gli utenti devono sapere in che modo vengono targettizzati e quali loro dati sono usati a scopo pubblicitario. Facebook non deve usare a fini pubblicitari informazioni prese dai plugins. Deve informare meglio sulla possibilità che gli utenti hanno di bloccare adv che non vogliono vedere mai più.
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