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venerdì 23 dicembre 2011

Le nuove tecnologie aiutano a mentire meglio

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La tecnologia ci facilita molte cose. E non è detto che sia sempre un bene. Ad esempio: avete mai pensato veramente a quanto sia facile mentire interagendo con una persona tramite testi “virtuali”? Sì, certo che ci avete pensato, e magari in certe occasioni vi è anche tornato utile.
Eppure ci voleva uno studio per ribadirci un dato che forse ci appariva già ovvio da tempo: la Sauder School of Business della University of British Columbia ha infatti appurato con una ricerca condotta su 170 studenti, che è molto più facile mentire tramite messaggi di testo, piuttosto che comunicando via audio, attraverso il video o addirittura faccia a faccia.
E’ ovvio: la tecnologia ci risparmia di vestire dei panni che non sono i nostri, li veste lei per noi, e ci permette nel contempo di dire qualsiasi stupidaggine senza farci apparire ridicoli al nostro interlocutore, e senza costringerci a guardare negli occhi qualcuno; oppure ci fa apparire proprio quello che non siamo, e questa è storia vecchia (cfr. chat e incontri online andati a finire male, anzi malissimo…).
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Nel caso dello studio in questione, le bugie avrebbero a che fare con gli acquisti online; e se già i venditori per mestiere e per indole sono inclini a presentare la merce come stupenda, anche se in realtà è solo accettabile, la possibilità di propinare qualcosa a ipotetici clienti a distanza, tramite messaggi e dialoghi testuali e nulla più, aumenterebbe i rischi di una fregatura. I ricercatori dunque consigliano di comunicare con i venditori online preferendo mezzi come il telefono o Skype, evitando le pure e fredde conversazioni via mail o via chat. Eppure le “pratiche” che si sbrigano tramite internet, smartphone, tablet e quant’altro, sono sempre più numerose e diversificate. Che questo significhi un futuro in un mondo che non sa più dire la verità?
Non che ci sia qualcosa di eclatante o di particolarmente nuovo nei risultati di questa ricerca, ma fermarsi a riflettere su questioni ormai diventate ovvie ogni tanto potrebbe riportarci con i piedi per terra: la tecnologia è uno strumento favoloso, ma è sempre l’uso che se ne fa a darle una connotazione più o meno positiva o negativa. Se già i social network sono stati dichiarati in parte colpevoli dell’aumento dei tradimenti e dei divorzi (metre il cellulare è ormai la prima arma per scoprire i fedifraghi), dovremmo fermarci a pensare che i cari, vecchi mezzi di una volta in certe circostanze sono sacrosanti: parlare vis-à-vis quando è possibile ci aiuta a ricordarci che siamo prima di tutto persone e non appendici passive di oggetti elettronici per quanto coinvolgenti, pur sempre inanimati, freddi e inespressivi.
Dunque se proprio volessimo o dovessimo mentire, dovremmo imparare a farlo guardando negli occhi qualcuno; usare l’alibi della tecnologia è forse troppo facile…

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