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venerdì 23 dicembre 2011

Russia: 5 milioni di tonnellate di petrolio persi all'anno - Wired.it

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Russia: 5 milioni di tonnellate di petrolio persi all'anno
L'AP punta il dito contro le fuoriuscite di petrolio del paese, che corrispondono a un “disastro Deepwater Horizon” ogni due mesi. E lancia l'allarme Artico
21 dicembre 2011 di Martina Pennisi
Secondo l'Associated Press l' 1% della produzione annuale russa di petrolio finisce nell'ambiente circostante. Come se, per citare un incidente (anche) mediaticamente d'impatto, ci fosse una perdita equivalente a quella della Deepwater Horizon ogni due mesi La percentuale emerge dalle valutazioni di Greenpeace, secondo la quale le perdite annuali ammontano a 5 milioni di tonnellate a fronte di una produzione di petrolio di 500 milioni di tonnellate. Cifre, queste, sottoscritte dall'Istituto per l'Ambiente locale finanziato dal governo, e inferiori a quelle diffuse lo scorso anno dal ministero russo per lo Sviluppo Economico, che parla di fuoriuscite pari a 20 milioni di tonnellate, numero sorprendente a proposito del quale non sono state date spiegazioni.

L'agenzia statunitense si concentra su questo punto, sottolineando che perdite inferiori a 8 tonnellate vengono classificate in Russia come incidenti e non comportano sanzioni, e che - si tratti di 5 o 20 milioni - siamo al cospetto di danni di entità contenuta ma costanti nel tempo. Le infrastrutture russe vengono messe a dura prova dal clima rigido, in alcuni casi inferiore a 40 gradi, e, senza un'adeguata manutenzione, favoriscono la contaminazione del suolo circostante e la conseguente distruzione dell'habitat di mammiferi e uccelli e l'uccisione delle piante. Esistono poi zone isolate e disabitate, in cui la rottura di un tubo non richiama l'attenzione di chi di dovere.

Contattati dall'Ap, i ministeri di Risorse Naturali ed Energia hanno dichiarato di non avere dati sulla questione. AP fa comunque notare che basterebbero le 500mila tonnellate che secondo le stime ufficiali vengono riversate nei fiumi del nord per additare la Russia come peggior inquinatore di petrolio del globo. Preoccupazione ulteriore giunge dalle intenzioni delle aziende russe di esportare i loro pericolosi e obsoleti sistemi nell' Artico. La consapevolezza di non essere tecnologicamente pronti c'è, la speranza è di assistere a un repentino sviluppo negli anni che separano l'inizio dei lavori: speranza che un membro dell'Accademia Russa della Scienze stesso ha dichiarato abbastanza remota. Dunque, secondo l'Ap il rischio è di un disastro ambientale che, negli anni futuri, coinvolgerà l’Artico oltre che la Russia.

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