Dylan Dog: esistenza, orrore, filosofia
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Particolare della copertina - Credits: Mimesis Edizioni
Esistenzialismo, nichilismo, metafisica: Dylan Dog. Esistenza, orrore, filosofia (Mimesis Edizioni), saggio scritto da Roberto Manzocco, racconta uno dei fenomeni più pop del panorama fumettistico italiano attraverso la curiosa lente d’ingrandimento della filosofia.
Per capire il senso di questo appassionante libro bastano poche righe. Si legge infatti nell’introduzione:
“[…] Dylan Dog non è un semplice fumetto horror, sempre che lo sia mai stato; è piuttosto un ritrovo per anime affini, desiderose di interrogarsi sulle questioni fondamentali del vivere. […] Dylan ci consente di gettare uno sguardo sui lati oscuri della condizione umana […]”
La tesi di fondo di Manzocco è semplice: il personaggio inventato da Tiziano Sclavi è diventato un vero e proprio oggetto di culto non solo per merito dei mostri, delle battute di Groucho o delle situazioni ai confini della realtà, ma anche (e soprattutto) grazie alla grande carica poetica e all’ispirazione filosofica.
Nelle 292 pagine di questo esauriente volume riviviamo alcune delle più celebri avventure di Dylan Dog andando a braccetto con Aristotele, Heiddeger, Schopenauer e tanti altri “maestri di idee”. E così, ogni capitolo diventa un viaggio attraverso “tutte le situazioni “estreme” dell’esistenza, dall’assurdità della vita all’illusione dell’amore, dall’angoscia di fronte alla morte all’affannosa ricerca della verità”.
Dylan Dog. Esistenza, orrore, filosofia è quindi un vero e proprio “breviario del caos”, un manuale fumettistico-filosofico che con sguardo appassionato e linguaggio accessibile a tutti (non serve essere esperti di Kant o Platone) offre una panoramica del pensiero filosofico contemporaneo. In definitiva, un must assoluto per gli adepti dell’Indagatore dell’Incubo.
davide.decaroli
Venerdì 23 Dicembre 2011
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