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mercoledì 21 dicembre 2011

Il filosofo Plantinga: «il teismo cristiano è più razionale del naturalismo» | UCCR

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inalmente anche in Italia è arrivato il libro “Dio esiste. Perché affermarlo anche senza prove” (Rubbettino 2011) scritto dal prestigioso filosofo Alvin Plantinga. Egli è tra i più grandi pensatori americani, professore emerito di filosofia analitica presso la University of Notre Dame e già presidente dell’American Philosophical Association.

Ma mentre questo volume esce in Italia, negli USA contemporaneamente ne esce un altro, intitolato “Where the Conflict Really Lies: Science, Religion and Naturalism” (Oxford University Press 2011). Il testo ha trovato recensione sul “New York Times“, dove il filosofo cristiano (calvinista) viene lungamente celebrato: «quando Plantinga ha iniziato l’università ad Harvard, c’erano statisticamente pochi credenti nei dipartimenti di Filosofia Accademica [...]. Ma il signor Plantinga è riuscito a creare un movimento di filosofi apologeti del cristianesimo che, se non sono ancora riusciti a persuadere i loro colleghi, almeno hanno reso il teismo filosoficamente rispettabile. “Ci sono molti più filosofi cristiani ed è molto più visibile e assertiva la filosofia cristiana oggi rispetto a quando ho lasciato l’università”, ha dichiarato recentemente Plantinga. Aggiungendo con caratteristica modestia: “non ho idea di sia successo”. Il quotidiano americano attribuisce a lui l’origine di questo “new theism” tra i filosofi.

Per adesso, si legge, ha messo il teismo in sicurezza per la filosofia, ma ora il passo che vuole compiere è quello di rendere il teismo sicuro per la scienza. Per troppo tempo, sostiene il filosofo, i teisti sono staticamente sulla difensiva, limitandosi a confutare l’accusa secondo cui le loro credenze siano irrazionali. «E’ il momento per i credenti nel Dio creatore della Bibbia», dice, «di passare all’offensiva». Nel libro uscito in America, Plantinga prende di mira i soliti Dawkins & Dennett, ironizzando su loro e confutando le loro argomentazioni principali. Afferma in una intervista: «Mi sembra che molti naturalisti, i super-atei, cercano di cooptare la scienza affermando che essa supporti il naturalismo. Penso che sia completamente un errore e si deve sottolinearlo». Addirittura invece per Plantinga, il teismo cristiano «è molto più ospitale alla Scienza rispetto al naturalismo. E’ il teismo, e non il naturalismo, che merita di essere definito “la visione scientifica del mondo”». Non c’è bisogno di alcuna prova, la Fede in Dio è ciò che i filosofi chiamano “convinzione di base”: non c’è bisogno della prova della convinzione che il passato esiste, o che altre persone hanno una mente, o che uno più uno fa due, afferma.

Nel suo libro c’è spazio anche alla trattazione dell’evoluzionismo, sostenendo che Dawkins & co. abbiano frainteso Darwin. Ritiene infine che l’ateismo e l’agnosticismo siano posizioni irrazionali. «Penso che ci sia una cosa come un “divinitatis sensus”, e in alcune persone esso non funziona correttamente», ha detto, riferendosi all’innato senso del divino. «Quindi se si pensa alla razionalità come la normale funzione cognitiva, sì, c’è qualcosa di irrazionale in questo tipo di atteggiamento». Per approfondire il pensiero di Plantinga consigliamo “Alvin Plantinga. La razionalità della credenza teistica” (Morcelliana 2006) e “Alvin Plantinga: conoscenza religiosa e naturalizzazione epistemologica” (Firenze University Press 2011).

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7 commenti a Il filosofo Plantinga: «il teismo cristiano è più razionale del naturalismo»
Dario ha detto:
20 dicembre 2011 alle 14:42
Per la redazione: presumo sia sfuggito un “come” tra “di” e “sia” nella 17^ riga dell’articolo

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Maffo ha detto:
20 dicembre 2011 alle 16:09
caspita non lo conoscevo…un regalo di natale me lo faccio con uno dei suoi libri

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Sesbassar ha detto:
20 dicembre 2011 alle 18:47
Io di lui ho letto “God, freedom and evil”. Essendo un filosofo analitico non è propriamente agevole, se non si è avvezzi può essere moooooolto ostico!

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Francesco Santoni ha detto:
20 dicembre 2011 alle 23:44
Secondo me il segreto è tutto in quei calzoncini, per essere dei veri filosofi bisogna vestirsi così :-):-)

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a-theòs=a-éthos ha detto:
21 dicembre 2011 alle 07:13
Più che altro bisognerebbe avere università come Notre Dame, dove sono stato nel 2003, che ai dottorandi dà casa (villetta all’interno del campus, se si è sposati), stipendio, vitto, biblioteca megagalattica aperta tutta la notte. Tanto per farvi capire la più consistente entrata economica di Notre Dame è costituita dagli svariati milioni di dollari ricevuti per i diritti televisivi delle partite della squadra di footbal americano (una delle migliori), che può giocare in uno stadio da 80.000 posti (più o meno come San Siro)! Poi si investe in cultura, al contrario del nostro paese, che dovrebbe essere una delle patrie mondiali della cultura e che invece si sta suicidando anche in questo!!! Da dove si pensa, si possa ritornare ad una società umana, se non a partire dalla cultura, che vuol dire ETICA! E invece diamo le chiavi del potere in mano agli scagnozzi di Goldman Sachs, illudendoci nel miracolo!

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a-theòs=a-éthos ha detto:
21 dicembre 2011 alle 06:58
Premessa: a tutt’oggi non ho letto nulla di Plantinga. Tuttavia so che il suo “teismo filosofico” si basa su una rielaborazione della prova cosiddetta “ontologica” di Sant’Anselmo (in quanto basata sul passaggio dal logos all’ontos, cioè dal piano logico-astratto a quello dell’essere reale extra-mentale). Questo tipo di prova razionale dell’esistenza di Dio è detta “a priori”, poiché in un modo o nell’altro prevede una conoscenza pre-esperienziale, cioè previa all’esperienza conoscitiva della realtà extra-mentale, della nozione di Dio; giungendo non di rado a supporre persino l’esistenza di un’intuizione intellettuale del divino o dell’essere immutabile: in ogni caso presupponendo una conoscenza non riducibile alla semplice astrazione concettuale della realtà esperienziale.

Questo modo di concepire la questione è, a mio modesto avviso, profondamente errato, perché dà adito a tutta una serie di dottrine filosofiche più o meno contigue a pericoli di idealismo. San Tommaso d’Aquino ha fornito invece rigorose prove “a posteriori” dell’esistenza di Dio (il luogo canonico delle cinque vie è: Summa Theologiae, seconda questione, articolo 3), escludendo esplicitamente (nella seconda questione, articolo 1 della Summa Theologiae) la validità delle prove ontologiche (http://www.corpusthomisticum.org/sth1002.html).

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Sesbassar ha detto:
21 dicembre 2011 alle 08:17
Sarebbe interessante vedere il perché S. Tommaso d’Aquino giunge alle sue conclusioni. Il punto cruciale è che distingue essenza ed esistenza. Che seppure per Dio siano la medesima cosa, non si può dirlo se non a posteriori (come affermi tu).
A sostegno del ragionamento a priori vi è però una bella solida dimostrazione logico-insiemistica del logico Kurt Godel (non è un caso che Plantinga consideri valido l’argomento, essendo di estrazione analitica).
Questione molto interessante
Comunque il merito di Plantinga secondo me è di avere introdotto una ferrea logica nei ragionamenti teisti, in modo da renderli più solidi.

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