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giovedì 22 dicembre 2011

Attenti, bugiardi: un software svelerà le fandonie che raccontate... >> Scienze e Tecnologie - Tecnologie informatiche - Ict :: NanniMagazine

Titolo: Dal film 'Bugiardo bugiardo', 1997
Fonte: MyMovies

Occhio, Pinocchio! Le bugie hanno le gambe corte e, prima o poi, si fanno 'acciuffare' dalla verità. Ma se non si vuole attendere il corso naturale degli eventi e si desidera sapere subito se chi ci sta davanti è sincero o buguardo...basta un software. Proprio così, nell'era di Internet persino la famigerata 'macchina della verità' è divenuta obsoleta, molto meglio un democratico programmino per pc da scaricare e utilizzare a piacere, lo sa bene un gruppo di scienziati della Columbia University, capitanati dalla dottoressa Julia Hirschberg, che da tempo sta mettendo a punto un 'rivelatore di bugie' a prova di bomba. Anzi, a prova di bugiardo.

"L'obiettivo scientifico è quello di capire come le nostre emozioni si riflettono nel nostro discorso - ha spiegato Dan Jurafsky, professore all'università di Stanford in California -. L'obiettivo concreto, invece, è quello di costruire sistemi per meglio comprendere queste emozioni". Per far questo la dottoressa Hirschberg, professoressa di computer science alla Columbia University, sta lavorando a un pc capace di analizzare il discorso di una persona attraverso le sonorità, le variazioni di tono, le pause tra le parole, gli intercalari e innumerevoli altri piccoli segnali allo scopo di scoprire se quello che dice è vero  falso. Precisione raggiunta durante i test: il 70% dei bugiardi sono stati scoperti.

"Il 70 per cento dei bugiardi sono stati smascherati", ha riferito soddisfatta la Hirschberg, che comunque non è l'unica studiosa impegnata in questo campo. Alcuni ingegneri, linguisti e informatici d'Oltreoceano stanno da tempo sviluppando programmi capaci di analizzare il cosiddetto 'discorso emotivo', indagando le emozioni che accompagnano un'affermazione. L'obiettivo della ricerca è il medesimo: svelare una volta per tutte la veridicità di una dichiarazione in base agli sbalzi emotivi dovuti alla sincerità o a eventuali secondi fini, compreso il corteggiamento o il semplice inganno.

Nello specifico, il professor David F. Larcker, docente presso la Stanford Graduate School of Business, ha applicato i metodi elaborati da Dan Jurafsky analizzando le dichiarazioni di un gruppo di dirigenti finanziari successivamente smentite. Si è così scoperto che i guru di Wall Street, parlando, facevano continuo ricorso a termini quali 'chiaramente' o 'molto chiaramente', che di fondo suggeriscono un inganno. "La linguistica applicata ai computer - ha detto in seguito Larcker al New York Times - potrebbe tornare utile anche per gli azionisti e gli analisti", perché li aiuterebbe a ridurre i rischi: "Dal punto di vista di un gestore di portafoglio che sta guardando a 60-80 titoli -ha spiegato -, forse un software del genere potrebbe portare a qualche potatura intelligente".

Per avere massima libertà di indagine, la professoressa Hirschberg e due suoi colleghi hanno ricevuto una sovvenzione di 1,5 milioni di dollari da parte dell'aeronautica militare, la Air Force, interessata allo sviluppo di algoritmi per analizzare i discorsi di chi parla in inglese, ma anche in arabo e in cinese. In effetti, se questi sistemi dovessero risultare davvero affidabili, potrebbero tornare utili e diffondersi velocemente in vari campi, "da quello della gestione aziendale a quello dell'analisi giornalistica - hanno reso noto i ricercatori della Columbia University -  dalle cause giudiziarie alle dichiarazioni dei politici". Insomma, con questo programmino per pc, già ribattezzato 'lo Sherlock Holmes delle emozioni', le bugie sembrano proprio avere le ore contate.

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