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martedì 20 dicembre 2011

Una scuola green per i bambini della Striscia di Gaza - Wired.it

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Laghi d'aria, camini solari, fitodepurazione delle acque con il bambù, pannelli fotovoltaici srotolabili. Sono alcune delle soluzioni tecniche delle Green Schools progettate dall'architetto Mario Cucinella per l' UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi. Se verranno costruite tutte e venti quelle previste, serviranno per coprire le esigenze di almeno una parte dei 40 mila bambini che vivono nella Striscia di Gaza e che stanno aspettando una scuola. Non solo, le scuole saranno ecosostenibili e praticamente autonome sia dal punto di vista energetico che dell'approvvigionamento di acqua.

“Con tutti i problemi che ci sono lì, parlare di architettura green a Gaza può sembrare paradossale”, racconta Cucinella nel suo studio a due passi da dove sorgerà la nuova stazione ferroviaria di Bologna, circondato dai disegni e dai plastici dei progetti che ha firmato, come per esempio la famosa casa 100k. “In realtà è l'unica opzione possibile per cercare di migliorare la qualità della vita di chi ci vive”. Ogni settimana ci sono una cinquantina di ore di black out della rete elettrica, principalmente proveniente da Israele. Le falde acquifere vicino al mare danno acqua potabile, ma troppo salata, per cui i palestinesi sono costretti a comperarla dalla autobotti, pagando prezzi piuttosto alti. Un territorio martoriato dalla scarsità di risorse naturali, dall'alta densità demografica dovuta alla poca superficie abitata da oltre un milione e mezzo di persone come la Striscia di Gaza è una “finestra su come potrebbe essere il mondo in futuro se si dovessero avverare le visioni apocalittiche dei più pessimisti”. Una sfida per la bioarchitettura.

Un edificio, specialmente se destinato a un uso pubblico come una scuola, può diventare quindi non solo una soluzione a problemi contingenti, ma anche una dichiarazione politica, vista la parziale autonomia che ha dalle limitazioni e dalle condizioni dettate dagli israeliani. Per renderlo reale, Mario Cucinella ha progettato un edificio semplice, attingendo a tecnologie e tecniche antiche. “I laghi d'aria sono delle zone del sottosuolo, a circa un metro di profondità, dove la temperatura è sempre attorno ai 18 gradi”, spiega Cucinella indicando un punto preciso del plastico, proprio sotto quelle che saranno le aule. “Abbiamo usato della ghiaia molto grossa e ottenuto una riserva naturale di aria fresca che attraverso un sistema di tubi preleviamo e immettiamo negli ambienti. L'aria calda, invece, viene risucchiata all'esterno attraverso i camini solari nascosti nelle colonne: in modo semplice abbiamo ottenuto un sistema di climatizzazione senza utilizzare nemmeno una macchina, ma solo principi di ventilazione noti da secoli”.

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