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venerdì 2 dicembre 2011

I corvi usano il becco come gli uomini le mani - Wired.it

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SOCIETÀ CON SOCIO UNICO

Gli uomini e le scimmie antropomorfe ne saranno forse contrariati, ma quando si tratta di attirare l’attenzione degli altri verso qualcosa, a quanto pare le mani non sono indispensabili. I corvi imperiali, per esempio, hanno sostituito le estremità degli arti con il becco, che usano per indicare gli oggetti verso i quali vogliono dirigere lo sguardo del proprio partner. La scoperta è molto importante, perché per la prima volta si dimostra che la comunicazione gestuale, da molti ritenuta il punto di partenza per l’evoluzione del linguaggio umano, è presente anche in animali diversi dai primati.

Attorno a un anno di età, i bambini iniziano a gesticolare: usano le braccia per attirare l’attenzione degli adulti verso sé stessi od oggetti. Anche i primati non umani come scimpanzé, oranghi, gorilla e bonobo comunicano con i gesti, una capacità che secondo un recente studio emerge sin dai primi anni di vita, avvalorando le teorie secondo cui le abilità linguistiche non sono nate con la voce bensì con le mani. Qualcuno obietterà che anche alcuni cani usano il muso per puntare, ma si tratta di specie addestrate a farlo. In natura, invece, solo i primati sono stati visti, seppur raramente, esibire questo comportamento in modo spontaneo.

Ma Simone Pika, biologo del Max Planck Institute for Ornithology (Germania), e Thomas Bugnyar, ricercatore dell’ Università di Vienna (Austria), si sono spinti un po’ più in là e, conoscendo le sorprendenti abilità cognitive di uccelli come corvi e gazze, si sono domandati se anche un paio d’ali o un becco potessero funzionare come le braccia. I presupposti c’erano. “ La prima cosa che ho notato quando per la prima volta ho visto un corvo imperiale – ha raccontato Pika a Live Science – è che questi uccelli prestano molta attenzione agli oggetti”. Così, come si legge nello studio pubblicato su Nature Communications, i ricercatori hanno osservato il comportamento di sette corvi imperiali ( Corvus corax) nel Cumberland Wildpark di Grünau, in Austria.

Dall’analisi delle 38 interazioni sociali registrate, è uscito fuori che gli uccelli usavano il becco per attirare l’attenzione di un altro individuo, nella maggior parte dei casi di sesso opposto, verso un oggetto come un sasso, un rametto o un pezzo di muschio. Una volta ridiretto lo sguardo dell’altro sull’oggetto desiderato, i due corvi iniziavano a interagire, giocando con i becchi o manipolando assieme l’oggetto in questione. Questa interazione, spiegano i ricercatori, poteva avvenire sia tra uccelli sconosciuti sia tra coppie già formate (i corvi imperiali sono uccelli monogami). Nel primo caso, l’intento era quello di iniziare una relazione, nel secondo quello di rafforzare un legame già esistente. I ricercatori, infine, fanno notare che la comunicazione avveniva solo quando l’uccello puntatore era sicuro che l’altro guardasse.
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